di Matteo Forciniti
Al peggio non c'è mai fine e il trattamento ricevuto dagli italiani all'estero con il coronavirus lo sta dimostrando. I viaggiatori provenienti dall'Uruguay dovranno continuare a sottoporsi all'obbligo della quarantena una volta giunti in Italia: una misura assurda e discriminatoria che non ha alcuna giustificazione sanitaria e che continua a incidere pesantemente sulla vita delle persone al momento di viaggiare.
L'ultima ordinanza del Ministero della Salute che regola viaggi e rientri dall'estero è entrata in vigore a partire da questo martedì 26 ottobre e resterà valida fino al 15 dicembre. L'Uruguay (unico del Sud America insieme al Cile) è stato inserito nell'elenco D dopo mesi trascorsi nell'ancora più umiliante elenco E. Questa "promozione" comporta solo la riduzione del periodo di isolamento fiduciario, anziché essere di 10 è passato a 5 giorni. Detto in altri termini, si continua ad essere considerati una minaccia per la salute nazionale ma non così tanto da giustificare la chiusura preventiva di 10 giorni, adesso ne bastano 5 per poter essere considerati "sicuri". Dopodiché ci si dovrà sottoporre continuamente a un tampone per poter vivere (e in caso anche andare a lavorare) con costi economici enormi.
Così come sta succedendo con la mancata concessione del green pass è la guerra geopolitica del vaccino anti Covid l'unica causa di questa discriminazione dato che i numeri del contesto sanitario uruguaiano da mesi raccontano una realtà completamente differente rispetto a quella che vogliono far credere (per malafede o ignoranza?) i burocrati di Roma. I viaggiatori provenienti da una nazione dell'elenco D possono evitare il fastidio della quarantena presentando la certificazione verde ottenibile di diritto con uno dei 4 vaccini riconosciuti dall'Agenzia europea del Farmaco (Ema): Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson.
La colpa degli italiani in Uruguay è quella di aver ricevuto le due dosi di un vaccino "alternativo", il cinese Sinovac riconosciuto dall'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e da alcuni paesi europei ma non dall'Italia. Non solo, l'Uruguay si ritrova a vivere una doppia beffa dato che più di un terzo della sua popolazione ha fatto addirittura la terza dose con Pfizer eppure, al momento, viene esclusa nel Bel Paese da uno dei sistemi di restrizione sanitaria più rigidi al mondo. Sembra incredibile ma è così. Chi ha fatto la prima dose di Pfizer in Italia accede subito al green pass che sarà valido fino al momento della seconda dose. Invece chi ha ricevuto ben 3 iniezioni in Uruguay non potrà fare nulla senza il tampone.
La quarantena di 5 giorni si inserisce all'interno di quello che può essere considerato come un vero e proprio delirio. L'ultima ordinanza del Ministero della Salute contraddice ancora una volta le raccomandazioni del Consiglio europeo che un mese fa era tornato a inserire l'Uruguay nell'elenco dei paesi considerati sicuri. L'intervento dell'Europa era arrivato dopo le decisioni prese da alcuni singoli stati che avevano abolito la quarantena in questo caso già due mesi fa.