di Dimitri Buffa
Lo scorso 14 ottobre nessuno si è avveduto – tra i tanti “anniversaristi” che infestano redazioni e talk show – di rammentare il quarantunesimo genetliaco della famosa marcia dei 40mila quadri e dirigenti Fiat che diede una svolta all’immobilismo sindacale sul problema del fiancheggiamento alle Brigate Rosse nelle grandi fabbriche del Nord. Fu un forte richiamo all’ordine e alla logica contro lo sbraco permanente delle pseudo-rivoluzioni armate del post Sessantotto. Era il 1980. E all’epoca la cosa fu cavalcata dalla politica.
Pochi anni prima l’Italia già travolta dai primi fuochi di guerriglia del terrorismo brigatista e di quello suo progenitore dei Gap dell’editore Giangiacomo Feltrinelli aveva conosciuto altro analogo movimento tendenzialmente reazionario. Più precisamente, si trattava della notoria “maggioranza silenziosa” che sfilava a Milano – più o meno silente – ostentando ostilità alle mode guerrigliere e maoiste dell’epoca. E invitando i cittadini della borghesia meneghina a non comprare il Corriere della Sera di Piero Ottone e di Giulia Maria Crespi. Il leader del movimento era un avvocato ex partigiano monarchico, Adamo Degli Occhi, che ben presto entrò nel mirino della magistratura progressista dell’epoca. Nonché nelle carceri italiane. Il movimento finì lì, ma la vicenda della “maggioranza silenziosa” gli sopravvisse e diventò da allora quasi una leggenda di quando l’ira del giusto si oppone alle prepotenze delle minoranze violente. Tutto ciò per dire come l’Italia, già nei tremendi Anni di Piombo, aveva sviluppato anticorpi di ragionevolezza contro quegli opposti estremismi della lotta armata che facevano solo del male al Paese.
Adesso, mutatis mutandis e con un pizzico di propensione al farsesco, gli eventi pseudo-sovversivi dei vari movimenti di piazza “No vax” e “No Green pass” stanno determinando una reazione uguale e contraria da parte di improvvisate associazioni di cittadini, che coltivano la speranza di non venire presi in giro in quanto vaccinati. Persone comuni che pazientemente, dopo il Covid e le relative chiusure, stanno sopportando anche tutto questo caos demenziale peraltro alimentato dai giornali, purtroppo anche di destra, dalle tv, dai talk show e dai social media. Con conduttori televisivi trasformati per l’occasione in domatori di bestie apparentemente feroci da fare esibire in questi circhi quasi quotidiani. I fenomeni da baraccone ormai tendono a prevalere. La pazienza di tutti gli altri, cioè l’80 e passa per cento degli italiani, però sembra essersi esaurita. E così nuove maggioranze silenziose hanno deciso di contro sfilare nelle piazze delle grandi città e di sfidare le argomentazioni folli di chi manca poco che passi alla lotta armata nel nome del non vaccinarsi.
Si potrebbe tirare fuori il ciceroniano “usque tandem” ma qui più che un Catilina sembra esserci un esercito di aspiranti Caligola che assaltano il buon senso oltre che le forze dell’ordine. Il problema di così tanta irrazionalità violenta, venduta per giunta come tendenza liberale e libertaria, mentre di prepotenza delle minoranze organizzate si tratta, è la tendenza masochista di alcuni partiti – a destra, a sinistra e ovviamente tra i grillini – che detengono il brevetto del settore, a buttarsi a pesce al fianco di questa gentaglia.
Se una maggioranza silenziosa si formerà anche adesso, come negli anni ’70 e come nel 1980 tra i quadri Fiat, c’è da riflettere anche per le possibili conseguenze elettorali di tutto ciò. Magari ci libereremo di questa scorciatoia populista e si ritornerà a fare politica sul serio. Come una volta.