di Enco Maraio
Spaventa l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Agenzia europea per i medicinali sulla quarta ondata di Covid che sta investendo l’Europa. Soprattutto spaventa quella previsione lanciata dal direttore dell’Oms per l’Europa Hans Kluge per il quale si prospetta, entro febbraio, un altro mezzo milione di morti da covid-19 se l’attuale tendenza dovesse continuare.
In Europa, l’Italia sembra essere il Paese che meglio si sta difendendo insieme a Spagna e Portogallo. Grazie a una buona politica di gestione della pandemia. Vaccini e green pass ci mettono al riparo da quello che sta accadendo in altre nazioni. Paesi come Irlanda, Belgio e molte regioni olandesi sono già in rosso scuro, così come Estonia, Lettonia e Lituania, Romania e Bulgaria. Ma non se la passano bene nemmeno l’Islanda, buona parte della Germania, i Paesi scandinavi, la Macedonia e la Grecia. Insomma la spinta alla terza dose che il governo Draghi sta attuando, ci metterebbe ancora di più al riparo.
Ma il il rischio è sempre dietro l’angolo. La paura di ritornare alla situazione di un anno fa, pesa sugli italiani. Secondo un’analisi dell’Istituto superiore di Sanità, chi non è vaccinato, “rischia di contagiarsi 6 volte in più dei vaccinati se ha meno di 39 anni e all’incirca 4 volte in più dai 40 in anni in su”. Un dato drammatico che potrebbe vanificare lo sforzo del Governo e la diligenza degli italiani che si sono sottoposti al vaccino. Tanto per comprendere il fenomeno, in Germania, il ministro della Salute Jens Spahn ha chiesto misure restrittive per fare fronte alla pandemia dei non vaccinati, che è enorme.
L’Italia, dicevo, si sta difendendo. Ma ancora ci sono sacche che resistono ai dati scientifici. Le contestazioni all’uso del green pass, che hanno agitato le piazze in alcune città italiane e soprattutto la reticenza al vaccino, non possono e non devono essere cavalcate da quella politica, che nei mesi più duri per l’Europa e l’Italia, ha determinato una disinformazione dilagante, alimentando pregiudizi e provocando una frattura all’interno del Paese che si è riverberata sull’economia con effetti drammatici.
È questo il momento della responsabilità. E la politica ha l’obbligo di non essere divisiva su un tema così delicato. Non sarebbero più tollerabili manifestazioni di sfida alla linea del governo - che sta pagando in termini di contrasto al problema e di ripresa dell’economia - così come non sarebbe più tollerabile la scelta di chi, in nome e per conto del profitto, disattenda le norme. In questo, affinché nel nostro Paese non ci siano più disuguaglianze economiche, ci attendiamo che il Governo sappia attuare politiche strategiche che consentano a tutte le imprese di affrontare con maggiori garanzie, per i lavoratori e per gli imprenditori, i rischi di una nuova ondata.