La dose di richiamo del vaccino Pfizer contro il Covid 19 che si sta somministrando in Uruguay coincide con quanto richiesto dall'Italia per l'ottenimento del Green Pass.
A confermarlo a Gente d'Italia è direttamente il Ministero della Salute uruguaiano che ha chiarito il dosaggio come espressamente indicato nell'ultima circolare italiana dato che sul certificato vaccinale uruguaiano non vengono indicati dosaggi e numero di lotto.
In base alla recente normativa del Ministero della Salute italiano il certificato verde potrà essere ottenuto anche da coloro che hanno ricevuto vaccini non riconosciuti dall'Agenzia europea del Farmaco (Ema) come Sinovac e Sputnik con la condizione imprescindibile di effettuare la terza dose di richiamo con un vaccino a mRna, ossia Pfizer o Moderna. A differenza di quanto succede altrove, in Uruguay la terza dose è già una realtà ampiamente diffusa tanto da posizionare il paese sudamericano al secondo posto al mondo dopo Israele con circa il 35% della popolazione vaccinato per la terza volta.
La cosiddetta dose "booster" -si legge nella circolare italiana- deve essere di 30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty di Pfizer/BioNTech e può essere somministrata a partire da 28 giorni e fino a un massimo di 6 mesi (180 gg) dal completamento del ciclo primario.
L'implementazione del Green Pass in Italia, ricordiamo, è entrata inizialmente in vigore a partire dal 6 agosto e poi, a partire dal 15 ottobre, si sono aggiunte ulteriori restrizioni riguardanti anche l'ambito lavorativo per quello che è attualmente uno dei sistemi più rigidi al mondo. Per ottenerlo bisognerà contattare le Asl di riferimento e presentare il certificato di vaccinazione insieme al documento di riconoscimento. Ovviamente, poter contare sul Green Pass al momento di viaggiare è una grande preoccupazione per chi ha deciso di partire poichè vorrebbe dire avere un grande vantaggio (economico e non solo) ed evitare così di sottomettersi ogni 48 ore a un tampone.
M.F.