DI EDDA CINARELLI
Buenos Aires - In questo momento chiave per la vicenda dei presunti brogli nelle elezioni politiche del 2018, la Lega in Argentina e il PD Argentina, sono fortemente uniti nella richiesta di giustizia su questo triste episodio che svilisce la credibilità stessa degli italiani in questo paese. La vicenda ha del paradossale e sembra più uscita da un film che dalla realtà. Sembra infatti che Adriano Cario sia stato eletto senatore per essersi di fatto attribuito circa 15mila voti che non gli corrispondevano. Anche noi italiani d'Argentina appoggiamo la Lega e il Pd in questo desiderio di chiarezza perché non vogliamo essere visti come possibili imbroglioni e desideriamo invece ottenere rispetto e considerazione dagli italiani residenti in patria. La Lega e il PD uniti, sembrerebbe inverosimile, invece è vero, il miracolo è successo e si deve alla necessità di fare luce e mettere un punto finale su questa squallida vicenda.
Luciano Vecchi, responsabile Italiani nel mondo del PD e Fabio Porta, candidato PD per il Senato in quelle elezioni, hanno presentato il primo esposto alla Corte di Appello di Roma quando lo scrutinio era ancora in corso. Porta ha anche presentato un ricorso al Senato. Ieri mattina c'è stata la seduta pubblica con il contradditorio tra Fabio Porta e Adriano Cario e la delibera uscirà stasera dopo la riunione della Giunta.
La Lega, il PD e noi italiani d'Argentina siamo ansiosi della delibera, stufi del costante sospetto sui risultati delle elezioni di cui siamo protagonisti. Ne va del voto all'estero. Cari Senatori fateci avere ancora fiducia nelle istituzioni italiane. Basta con brogli altrimenti succederá come sta succedendo per i Comites....non voterá piú nessuno....
Edda Cinarelli
Oggi il responso della Camera di Consiglio
ROMA - La vicenda legata alla contestata elezione del senatore Adriano Cario (proclamato nella Circoscrizione Estero – Ripartizione America meridionale) vedrà nella tarda serata di oggi il responso della Camera di Consiglio del Senato dopo che ieri si è tenuta la discussione in seduta pubblica. Come oramai risaputo, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari contesta l'elezione di Cario (si presentò con l'Usei per poi passare al Maie) appunto dopo la denuncia presentata dall'allora antagonista Fabio Porta che ha raccolto prove e testimonianze per dimostrare che quell'elezione è stata viziata dall'esistenza di almeno quindicimila voti falsi in alcune sezioni di Buenos Aires. Per l'esponente del Pd, in alcune sezioni si sarebbero raggiunte percentuali definite "patologiche" dei voti ottenuti dall'Unione Sudamericana Emigrati Italiani rispetto a quelle ottenute nelle altre sezioni dell'Argentina. Inoltre, secondo Porta, durante lo scrutinio sarebbe emerso che, nelle sezioni da lui segnalate, la maggior parte dei voti sarebbe stata manifestata attraverso la medesima calligrafia. Per Porta sono circa 15mila le schede manipolate a favore di Cario. Nel mirino della Giunta, nello specifico, 8 sezioni in cui risultano percentuali tra l'80% e il 90% dei voti di preferenza assegnati all'allora candidato dell'Usei (sulle 99 in totale). In ballo, in questo caso, almeno 5mila voti. E ieri, in Senato, la Giunta ha ascoltato proprio le due parti in causa, da una parte l'avvocato Bozzi per Porta e dall'altra il collega Paniz per Cario. "Vogliamo chiarezza e il diritto di sapere cosa è successo realmente. Bisogna accertare se il Parlamento è stato eletto in maniera trasparente", ha detto l'avvocato Bozzi che ha tenuto a precisare che le falsificazioni delle firme sono state rilevate da un organo pubblico come il Ctu. Bozzi non vuole sentire parlare di archiviazione: "Stiamo parlando di dati eclatanti e di una possibile alterazione del voto, senza dimenticare che facendo cadere tutto nel dimenticatoio si manda un messaggio sbagliato, e cioè che i voti falsificati non vengono puniti e dunque candidati del futuro potrebbero appellarsi a questa cosa". Per l'avvocato Paniz (a proposito, complimenti a Cario dato che si è messo nelle mani di uno dei legali più quotati e ricercati d'Italia, ha difeso anche Silvio Berlusconi, non è mica cosa da tutti) innanzitutto il ricorso presentato da Porta è arrivato oltre il tempo stabilito dalla legge (20 giorni al massimo dall'elezione) e dunque c'è stata una violazione della regola. Poi si è soffermato sul fatto che i voti contestati sono davvero minimi ("e parliamo di indizi, non di prove") rispetto alla totalità di quelli ricevuti dal suo assistito e che il procedimento penale in atto viene sviluppato senza che Cario ne sia il 'protagonista' dato che non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia e che lo stesso senatore sia all'oscuro del numero di sezioni esaminate per accertamenti. "Ma siamo ben felici che si voglia arrivare a fondo della verità, anche per la rispettabilità del senatore, messo in discussione da questa vicenda". Fabio Porta poi ha voluto ringraziare la Giunta per il lavoro svolto e per avere l'obiettivo comune di stabilire la verità "anche perché forse parliamo del maggior broglio della storia repubblicana". E poi ancora: "Colgo l'occasione per ringraziare migliaia di cittadini che hanno ancora fiducia nelle istituzioni e che si sono espressi all'unisono contro brogli e ingiustizie anche a garanzia delle future elezioni". Di poche parole Cario: "Ringrazio la Giunta e concordo con Paniz". E a noi non resta che aspettare l'esito di questa sera. La speranza è che vinca la giustizia e che in futuro non si parli mai più di schede elettorali falsificate, una o un milione che siano. Anche perché con una scheda truccata non si va da nessuna parte, ma se cominciano a essere troppe...