di Matteo Forciniti
Un lunghissimo silenzio sta accompagnando le elezioni del Comites in Uruguay: solo 4691 persone si sono registrate per votare su una popolazione di circa 120mila cittadini, segno di un fallimento impietoso.
Come ripetuto più volte su Gente d'Italia, la cosiddetta opzione inversa è stata un suicidio ai fini della partecipazione e per una nazione come l'Uruguay questa misura è stata ancora più incomprensibile, illogica. Prendendo per buona la motivazione ufficiale di questa scelta -l'onnipresente "risparmio"- ci si sarebbe aspettati almeno una campagna di informazione davvero massiva tra giornali, radio, tv e social per mettere in condizione di votare il maggior numero di cittadini se proprio si vuole motivarli a iscriversi. A livello mondiale sono stati stanziati 8 milioni di euro per queste elezioni a a cui si aggiunge un altro milione solo per la sperimentazione del voto elettronico in alcune sede. Si tratta di una cifra irrisoria per coprire le spese necessarie di una popolazione di circa 6,5 milioni di italiani nel mondo. Dopo i miseri numeri raggiunti con le iscrizioni un atroce dubbio rimane: dove sono andati a finire questi 8 milioni di euro? Nello specifico, cosa è stato fatto in Uruguay oltre alla diffusione giornaliera portata avanti gratuitamente da Gente d'Italia che ha risposto senza chiedere nulla ad un cortese ïnvito" dell'ambasciatore Iannuzzi?
L'unica diffusione fatta dall'Ambasciata in questi ultimi 4 mesi sono state alcune pubblicazioni sui social e 3 mail, nient'altro. Nel materiale diffuso, oltre alle informazioni generali, troviamo foto, audio e video generici del Ministero degli Esteri e poi un altro video dell'ambasciatore Iannuzzi con un appello per votare.
Su Facebook -dove la pagina della rappresentanza diplomatica italiana è seguita da 10mila persone- ci sono state 36 pubblicazioni dal 13 luglio al primo novembre. Numeri analoghi su Twitter (662 follower) dove le pubblicazioni si sono fermate al 18 ottobre con due settimane di anticipo rispetto alla scadenza del termine. 14 sono stati, infine i post su Instagram tra i mesi di luglio e ottobre. Tutta questa diffusione sui social è importante e necessaria ma logicamente non basta per gli alti numeri della popolazione italiana residente in Uruguay considerando che esiste anche una buona fetta di persone anziane lontane dal web. Questa ultima minoranza, praticamente, non hanno avuto accesso ad alcun tipo di informazione ufficiale.
Di fronte a questo vuoto istituzionale hanno cercato di inserirsi gli stessi candidati delle liste, gli unici a fare qualcosa sui mezzi di informazione uruguaiani con la grande differenza però della ricerca del vantaggio personale rispetto all'interesse collettivo. Per carità, ogni candidato ha diritto a fare tutta la pubblicità che vuole sempre e quando i cittadini non vengano confusi ed esista anche l'informazione neutrale da parte dell'Ambasciata. Vedendo la copertura mediatica (giornali, radio e tv) data fino ad ora alle elezioni del Comites in Uruguay c'è un forte sospetto che si tratti di pubblicità personale di un candidato più che di vera notizia informativa. Vediamo qualche esempio.
Il 2 novembre su El País esce un articolo che spiega bene la situazione; diffondere che cosa sia il Comites e a che cosa serva sul quotidiano più importante dell'Uruguay è senz'altro un'ottima vetrina di visibilità. Peccato che per ottenere il formulario di iscrizione i lettori vengono rimandati al link del candidato Gabriele Gambaro (lista Unitalia) che prevale su quello ufficiale dell'Ambasciata (che non ha alcun link, solo il testo). Di altri esempi ce sono diversi e, a dire il vero, la lista Maiu (Movimento Associativo Italo Uruguaiano) è quella maggiormente citata partendo dalle interviste ad Aldo Lamorte: Grupo R Multimedio in due occasioni, il 22 e il 29 ottobre, la trasmissione televisiva Buscadores su VTV e il programma 970 Noticias di Radio Universal. La lista Maiu si è fatta sentire anche su La Mañana dove con la scusa dell'anniversario dell'Ancri il candidato Roberto Mezzera ha parlato anche del Comites. Un po' di diffusione taroccata è avvenuta anche sui media locali nell'interno del paese: l'immancabile Lamorte su CW 33 Radio Florida, poi l'attuale presidente del Comites e candidato di Unitalia Alessandro Maggi che ha trovato spazio su Canal 3 di Colonia e su El Tegrafo di Paysandú.
Il silenzio istituzionale provoca anche questo, i cacciatori di voti improvvisamente diventano comunicatori ma non certo disinteressati.