Il 15 novembre 1971, sul magazine americano Electronic News compare per la prima volta l’annuncio della nascita di una nuova era per la storia dei computer: il microprocessore. Per dare una idea della svolta, prima di allora i computer erano enormi e senza microprocessori non avremmo avuto gli smartphone e le auto intelligenti e un sacco di altre cose che oggi diamo per scontate. Dietro questa invenzione c’è un grande italiano, anche se negli Stati Uniti a volte fanno ancora finta di non saperlo: Federico Faggin.
Ma torniamo all’annuncio: “A New Era of Integrated Electronics”; e poi col punto esclamativo “A micro-programmable computer on a chip!”. Il primo microchip fu dunque l’Intel 4004. E se andate oggi sul sito della Intel trovate un sacco di informazioni storiche: si spiega che il progetto era partito nel 1969 quando la Nippon Calculating Machine Corporation si era rivolta a Intel (una startup, ma di notevole calibro visti i fondatori, nata l’anno precedente) per progettare una serie di chip per una calcolatrice; la soluzione proposta da Intel furono 4 chip, gli MCS-4, che avevano al centro un'unica Cpu, la 4004 appunto.
Nel 1971 Intel ricomprò i diritti dalla Nippon Calculating Machine Corporation e il 15 novembre lanciò l’Intel 4004. Neanche una parola sul sito c’è ancora oggi sugli artefici di questa invenzione. Il capo del progetto fu Federico Faggin, che nel 1971 aveva 30 anni: vicentino, era entrato giovanissimo alla Olivetti, ma l’aveva lasciata presto per specializzarsi in Fisica; era entrato alla Sgs Fairchild di Agrate Brianza che a un certo punto lo aveva spedito in California, alla casa madre. Nel 1970 Faggin passò alla Intel e divenne capo del progetto microchip. Per circa 3 anni ha dato un contributo formidabile alla Intel e allo sviluppo dei microchip, finché nel 1974 ha lasciato l’azienda per percorrere altre strade.
Questo non avrebbe dovuto fargli perdere la riconoscenza e soprattuto la verità dei fatti. Cosa che invece è avvenuta fino a quando, moltissimi anni dopo, il presidente americano Barack Obama gli ha conferito la medaglia d’oro dell’innovazione per il lavoro sul 4004. Merito dalla moglie di Faggin, Elvia, che ha mostrato una tenacia incredibile affinché l’opera del marito venisse riconosciuta.
Tutte le vicende sono raccontate dallo stesso Faggin in un bel libro autobiografico uscito di recente (Silicio, Mondadori), da cui cito il passo seguente: “Ora nel Museo della Inventors Hall of Fame io sono correttamente presentato nel modo seguente: Federico Faggin si unì alla Intel come il designer principale e il leader del team che disegnò il primo microprocessore. Come scrisse Emile Zola, la verità è in marcia e nulla la fermerà. Spesso però occorre lottare duramente per farla valere. Ed è ciò che ha fatto Elvia in tutti questi anni. So che senza la sua determinazione e il suo impegno in prima persona avrei rischiato di fare la fine di tanti inventori ignorati e bistrattati in vita e magari riconosciuti ed esaltati secoli dopo”. Grazie Elvia, e grazie Federico.