Lockdown per i non vaccinati come in Austria? Mentre, quest'anno, in Inghilterra, la festa di Capodanno nella centralissima Times Square sarà aperta solo ai vaccinati, in Italia alcune regioni stanno seriamente pensando a un inasprimento delle pene, proprio sul modello adottato dal governo di Vienna. Più di un presidente è arrivato, infatti, a fare pressing sull’esecutivo per imporre le identiche limitazioni decise dall’Austria, paese in cui circa due milioni di cittadini non immunizzati possono uscire solo per lavoro, acquisti di prima necessità e attività motorie. È il caso di Giovanni Toti (Liguria), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Roberto Occhiuto (Calabria) e Arno Kompatscher (Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige), i quali si sono appellati direttamente a Palazzo Chigi per chiedere un'ulteriore restrizione delle misure anti-Covid. A patto e a condizione, però, che riguardino esclusivamente i no vax.
"Più libertà ai vaccinati. Il prezzo delle chiusure lo paghi chi rifiuta i sieri" ha argomentato Fedriga, la cui regione, insieme alla provincia di Bolzano, mostra, in queste ore, "i valori più vicini a quelli che fanno scattare la zona gialla" ha dichiarato il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani. Da qui, dunque, la loro più che legittima preoccupazione. Scettici invece i governatori Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto) e Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), convinti che una misura del genere, sia pur utile, potrebbe anche generare forti “tensioni sociali”. In ogni caso il dibattito continua a tenere banco all'ombra dei campanili del Belpaese, soprattutto alla luce dell'andamento dei contagi che, pur non arrivando a toccare i livelli di guardia dei mesi scorsi, appare comunque in lenta ma costante crescita.
Nel frattempo il governo ha chiesto il voto di fiducia alla Camera sul decreto che rende obbligatorio il Green Pass, con la Lega – che nei mesi scorsi si era dichiarata contraria all’obbligatorietà - che ha già annunciato, nelle parole del suo segretario, Matteo Salvini, che “voterà a favore” e che “chi non è d'accordo non voterà". Si parla di lasciapassare verde e dunque, inevitabilmente, il discorso scivola sulle vaccinazioni, uno dei modi per ottenere il certificato. Il microbiologo Andrea Crisanti ha parlato di una validità di sei mesi per il documento, alludendo, in tal modo, alla perdita di efficacia della protezione immunitaria dopo un certo periodo di tempo dall’inoculazione della seconda dose, ma ha anche aggiunto che un’eventuale terza dose "ripristinerebbe completamente la protezione" come dimostrano "i dati di Israele". Da qui, dunque, l’invito a proseguire con il ciclo vaccinale.