di ROBERTO ZANNI
Dal 18 ottobre al 3 novembre scorso il Consolato Generale d'Italia a Miami per ben due (2) volte ha usato i social per ricordare agli italiani la scadenza della famigerata opzione inversa per le elezioni dei Comites: due comunicazioni che col copia e incolla sono finite su Twitter e Facebook. Fino al 3 novembre, già la data limite, il console Cristiano Musillo ha giusto inviato un paio di email ai potenziali elettori: prima, durante e dopo il nulla. Non c'è stato il minimo sospiro, almeno percepibile, che il 3 dicembre, a sei anni dall'ultima volta, anche il Comites della seconda circoscrizione più popolosa di tutti gli Stati Uniti dopo New York dovesse essere rinnovato.
E dopo queste premesse ecco finalmente i risultati: non è arrivato nessun comunicato ufficiale (ma questa non è una sorpresa) dalle stanze del potere di Ponce de Leon dove ha la sua sede il Consolato, ma i numeri trapelati si commentano da soli: su circa 45.000 aventi diritto, appena 800 italiani si sono registrati, una percentuale che non supera l'1,77%, inferiore di quasi un punto (2.71%) a quella complessiva del Nord e Centro America già ampiamente deficitaria. E se si pensa ancora che i candidati delle quattro liste presenti complessivamente sono 52 (rappresentano il 6,5% degli elettori potenziali, immaginiamo che siano tutti registrati) sorge una domanda intrigante la cui risposta lasciamo ai lettori.
Quante persone avrà convinto (e sia ben chiaro è tutto legale) a registrarsi (e a farsi votare) ognuno dei 52 presenti nelle liste 'Italia Aiuta', 'Lista Civica Tricolore', 'Italiani Uniti' e 'L'Italia che ci lega'? E se anche i numeri immaginati possono divergere, quello su cui si può invece assolutamente concordare è che il Comites che uscirà dalle elezioni del 3 dicembre non rappresenterà mica la comunità: sarà la vittoria di chi, liste e candidati, è stato più bravo a far registrare e votare parenti, amici, colleghi e vicini di casa. Perchè a Miami (e non può essere una scusante il fatto che si tratta di un trend uguale in tutto il mondo) il console Cristiano Musillo ultimamente ha puntato e propagandato, sono solo esempi, su cinema, nautica o la buona cucina (tutte scelte ottime per carità) senza però trovare idee e nemmeno un attimo di tempo per cercare di salvare una barca che sta inesorabilmente per affondare.
L'ennesima occasione persa dal console (anche solo provarci sarebbe stato un merito) che arrivato a Miami nel 2018 con mille propositi, pronto a cambiare rotta (a parole), promettendo incontri fissi per divulgare quello che si faceva, alla fine (anzi quasi subito) si è poi adagiato sulla poltrona seguendo quello che (non) avevano fatto i suoi predecessori. Ma come succede da altri parti anche a Miami c'è un altro punto importante sul quale si dovrebbe sapere di più: che fine ha fatto quella quota (certo minima) degli 8 milioni di euro che la Farnesina ha destinato alle elezioni e che il Consolato Generale di Miami (come gli altri) avrà pure ricevuto? Pubblicità, organizzazione di eventi, interventi per rendere la parola Comites più conosciuta: qualcosa è stato fatto? È stato speso quel denaro anche se ovviamente poco? Perchè noi (speriamo di sbagliarci) non abbiamo visto proprio nulla.