di Guia Mocenigo

The Real Housewives of Beverly Hills, creata da Scott Dunlop, è una serie tivù fantastica. Ci sono donne che lavorano ricchissime che, in pratica, non fanno altro che litigare tra loro. È tutto un litigio per cose stupidissime e futili. Il che rivelerebbe la loro stupidità, e invece non sono stupide per niente. Litigano facendo i gruppi tra loro – solo le più intelligenti, o, meglio, le meno stupide sono un po’ più solidali – dando al pubblico uno show magnifico e magnetico. Si rimane incollati decine e decine di puntate a seguire i fatti e le litigate. Letteralmente ci si affeziona a questa serie che, rispetto alle Housewives di New York ed a quelle di colore dell’Alabama o giù di lì (anche queste richiederebbero due o tre osservazioni), è più fantasmagorica, più sfacciatamente ricca, più bella e direi quasi magnificente. Beverly Hills è piccola, cioè è enorme in estensione ma il centro è piccolo come, per intenderci lo spazio di Piazza di Spagna a Roma (e non è bello come da noi).

Sono due vie piccole di consumismo sfrenato attorniate da strade enormi in cui ci sono mall cioè edifici tipo la Rinascente di Roma e Milano in cui spendere a man bassa. Così come è piccolo il centro, altrettanto piccola sembra essere la società cosiddetta “che conta”, cioè che ritiene di contare. I personaggi del serial sono veri, nel senso che interpretano se stessi. E da queste migliaia di episodi viene fuori la società ristretta e ricchissima, provinciale e allo stesso tempo cosmopolitamente mondana che affastella le famose colline di Beverly Hills. I ricchi non vivono in città, chiamiamola così : un’estensione anonima e abbastanza alienante di case su case in cui tutti sono solissimi – c’è un altissimo tasso di suicidi a quanto pare da quelle parti. I ricchi vivono tra le colline, anzi, in alcune determinate e precise colline, non altre. Si mettono tutti vicini, si fa per dire perché si tratta di “case” da migliaia di ettari, delle specie di paesi a se stante tra le cui “mura”, in base a quello che ci viene mostrato nella serie, litigano.

Quello che colpisce delle vite riflesse nello schermo è che innanzitutto le donne sono ricche del loro lavoro. Una, di provenienza inglese, ha i ristoranti di moda del posto e li gestisce con gusto “europeo”– tutto ciò che è bello nel mangiare, nell’arredo, nel design, nei vestiti e anche nei pensieri è europeo, viene da qui, dall’Italia, dalla Francia, dalla nostra Europa. Un’altra, di provenienza olandese, ha fatto a lungo la modella ed è sposata con un famoso compositore di musica per i grandi e bellissimi film americani. È forse l’unica non lavora più ma segue le figlie – del primo marito ricchissimo arabo – che conosciamo tutti perché sono modelle oggi conosciutissime che sfilano a più non posso guadagnando milioni di dollari – sono Gigi e Bella Haid, cugine di Paris Hilton. Una è una moglie che lavora accanto al marito agente immobiliare sostenendolo organizzando ricevimenti di tutti i tipi per gli affari di lui. Il successo dei due – che hanno una bella famigliola con tre figlie – è totale, lui vende case milionarie che è una bellezza. Le “casalinghe” misurano il loro “status” sui soldi e sugli averi, sulle proprietà. I soldi sono guadagnati, fatti, prodotti, freschi, non avuti o ereditati. Gli averi sono le “case” ed il tipo di casa. Non ho visto barche, il mare è un must dal terrazzo di casa. Il massimo, a quanto pare, è la posizione, che deve essere lì in quella precisa collina, la grandezza, che deve essere immensa, e il lavoro che dà cotanta posizione e collocazione.

In genere, ho notato, quelle che non sono a livello, cioè mancano di collocazione e averi, sono fatte progressivamente slittare via dalla amicizia stessa con le altre. Vengono invitate ai party ma, prima o poi, nel programma, fanno fare loro la parte delle rosicone, che non hanno e non riescono ad avere, quindi non “amicabili”. Un ultimo cenno va fatto riguardo agli uomini. I compagni di queste super donne – una è la più ricca d’America, ha una miriade di società con la famiglia di origine e produce scarpe e borse aggressivissime molto in voga da quelle parti, sposata ad un chirurgo plastico famoso che letteralmente scarica nel lassassimo dagli episodi 3 a 4, 5, 6 – sono un po’ inesistenti direi. Quello che dura di più è uno, il marito anziano della ristoratrice, che ha il ruolo minore in famiglia rispetto al cane di misura minima. L’agente immobiliare riga dritto perché non aveva un soldo e adesso le cose funzionano al meglio nell’arricchimento totale. Il compositore è il quindicesimo marito della ex modella poi invecchiata (e già il compositore deve essere alla quindicesima moglie anche lui). Insomma, io di amore o anche un po’ di affetto, ne ho visto poco. In compenso le cose, a Beverly Hills, vanno – economicamente – alla grande. Beati loro.