di Arturo Illia
Tutta la questione dei brogli elettorali del voto degli italiani all’estero ha avuto un decisivo risveglio con il caso, seguito dal Sussidiario già da tempo, del voto taroccato registrato a Buenos Aires in favore del Senatore ex USEI e ora MAIE Adriano Cario. Ma la vera bomba è stata quella riferita due settimane fa, cioè la votazione della Giunta del Senato per le elezioni che doveva giudicare il misfatto e che alla fine, nonostante le prove della frode fornite dalla Procura della Repubblica, ha sorprendentemente assolto il Senatore come se nulla fosse successo.
Ne è seguito uno scandalo istituzionale che, in un primo momento ignorato dai media (tranne il nostro e pochi altri), alla fine ha assunto una dimensione internazionale mettendo in risalto quanto il sistema politico italiano sia ormai in completa decadenza al punto da far rimpiangere i deputati e senatori della Prima Repubblica.
La faccenda sconvolgente è che fino a poche ore prima della “storica” (ormai si può definire così) votazione, l’intero Senato era favorevole alla rimozione di Cario: fino a quando, spinti dai loro Segretari di partito, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia e la Lega hanno di fatto imposto ai loro rappresentanti il voto contrario che poi si è concretizzato.
A dicembre è prevista una seduta al Senato per confermare o meno la decisione: visto il clamore e soprattutto le proteste che dalle varie comunità di italiani sparse per il mondo sono sorte, arrivando perfino a una petizione, si potrebbe prevedere un “lieto” fine istituzionale della questione, ma già il misfatto perpetrato il 9 novembre ha lasciato il segno.
È l’intero sistema del voto estero a essere messo sotto accusa, ma a questo si deve purtroppo aggiungere l’estrema facilità con cui si ottiene il passaporto italiano, vero e proprio salvacondotto che consente anche operazioni che includono false residenze che permettono di ottenere benefici a chi non ne ha il diritto.
Quindi bisogna intervenire in tempi rapidi per modificare in forma risolutiva il voto e il diritto alla cittadinanza, anche perché le catene di brogli avvenute finora riguardano solo il nostro Paese e non altre nazioni che hanno concesso il sacrosanto diritto al voto ai loro cittadini residenti all’estero. Perché da quando è stato istituito, il voto estero alla fine ha modificato ben due Governi (il terzo lo stava cambiando con il famoso Conte-bis) ed è eticamente poco edificante che la vita degli italiani possa essere politicamente cambiata da un voto che è emesso spesso da persone lontanissime anche generazionalmente dal nostro Paese e che non hanno nessuna informazione sull’Italia e neanche parlano la nostra lingua, fatto che coinvolge anche molti esponenti eletti da questo sistema.