di Franco Esposito
"Basta no vax", l'ordine è tassativo. Impegnato nella personale avventurosa campagna per l'elezione del Presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi chiude due trasmissioni settimanali in onda su Rete 4. Una delle tre emittenti Mediaset.
Nell'imminenza del decreto sul Super Green Pass e la partita per il Quirinale, il cavaliere mette il silenziatore ai talk show "Fuori del Coro" e "Diritto e Rovescio": sospesi i programmi condotti da sovranisti, i giornalisti Mario Giordano e Paolo Del Debbio. La pausa imposta andrà ben oltre la normale sosta natalizia.
"Fuori del coro" (935.000 spettatori e il 5,4% si share martedì 24 novembre) e "Diritto e Rovescio" (881.000 spettatori con il 5,2% di share giovedì 26 novembre) viene visto non di buon occhio dal proprietario delle emittenti. Basta dare un microfono ai nemici del vaccino. Se tutto questo avviene nelle sue televisioni potrebbe portare fatalmente al suicidio di chi si è auto proclamato candidato al Colle. In assenza di un provvedimento indubbiamente drastico, destinato a provocare forti rumori, sarebbe stato come tagliarseli da solo i cabasisi di camilleriana memoria. Quindi, a casa i sovranisti che fanno della guerra alle vaccinazioni e al green pass una sorta di loro bandiera da sventolare in tv.
Berlusconi l'ha ammainata, quella bandiera. Troppo rischioso andare avanti su questa linea. I talk show di Giordano e Del Debbio sarebbero dovuti tornare sugli schermi Mediaset rispettivamente l'11 e il 13 gennaio. L'appuntamento è rimandato almeno di due settimane, secondo le anticipazioni fornite da Tv-blog. La decisione di Berlusconi discende da una opportuna valutazione. Il cavaliere già presidente del Consiglio e numero uno di Forza Italia, sa che arrivare al Quirinale è difficile, ma non impossibile. Necessita perciò agire con grande cautela e allargare la base di consensi. Un'operazione, questa, partita da lontano, con una premessa iniziale: quella di dare una nuova immagine di sé, istituzionale ed europeista, che non polarizzi come tempo fa l'opinione pubblica.
Berlusconi si sta dando un tono da statista. Qualcosa di molto diverso da quella che emerge da alcuni programmi di Rete 4, che ha dato spazio alle tesi No Vax. A Silvio Berlusconi non garba perché non porta vantaggi; solo svantaggi. Una considerazione emersa già dopo le elezioni europee: gli show populisti fanno il gioco di Matteo Salvini, e oggi di Giorgia Meloni.
Secondo Berlusconi, Forza Italia ne esce penalizzato. I toni urlati e populisti mal si conciliano con il nuovo corso berlusconiano. Giordano e Del Debbio silenziati. La coincidenza tra la sospensione e la corsa per il Quirinale è notata da tutti, ma non viene confermata. "Non mi è arrivato alcuna comunicazione dall'azienda", assicura Del Debbio. "Fermare il programma durante le feste è normale, ma se non dovesse andare in onda per un mese e mezzo sarebbe una cosa innaturale. Vediamo cosa mi dicono".
Il conduttore toscano non crede di rappresentare un ostacolo per Berlusconi nella competizione dell'ascesa al Colle. Difende con l'unghia e con i denti il suo talk show e intende chiarire la propria posizione di giornalista conduttore televisivo. Dice al telefono a Francesco Olivo de La Stampa: "Io non occhieggio ai No Vax, faccio un dibattito. E per farlo c'è bisogno di essere in due, diversamente non si può fare un talk show".
Dire che Del Debbio è prossimo ad incavolarsi è un preciso eufemismo. La prospettiva che "Diritto e Rovescio" debba sopportare un lungo stop quasi lo offende. A Mediaset invia un messaggio dai toni e dai contenuti molto decisi. "Se non vogliono che faccia così, lo affidino a un altro, ci sono molti conduttori televisivi in Italia".
Del Debbio non intende arretrare di un centimetro, forte di una convinzione: "Non vedo cosa c'entri la mia trasmissione con l'elezione del presidente della Repubblica. Dopodichè io non conosco gli arcani imperi, quei segreti mi sfuggono". Silente Mario Giordano, che si limita a una frase asciutta, molto molto meno di un commento: "per ora". L'altro ieri, martedì, il suo "Fuori dal coro" è andato in onda, come da palinsesto.
I social come hanno reagito all'anticipazione di Tv-blog? Vengono elencate le presunte censure contro chi dissente dalla linea del Governo, ma Berlusconi è intenzionato a muoversi sulla linea dell'intransigenza. "Facciano come vogliono, non nelle mie televisioni".
Ma la politica, come hanno reagito i politicanti? I leghisti innanzitutto. "Il coro deve essere a una voce", commenta disgustato Claudio Borghi, nemico da sempre delle strategie del Governo Draghi contro la pandemia. Quell'impasto tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle che ha messo fuorigioco la Lega, costretta alla parte della minoranza. "Il coro deve essere a una voce".
Borghi però va oltre la sospensione delle due trasmissioni. L'occasione è buona per tirare l'ennesimo siluro sulla Rai. "Avere un minimo di pluralismo era un fatto positivo. Ora sarebbe bello se la Rai presentasse un programma alternativo".
Campa cavallo, non accadrà mai. Almeno fino a quando la Rai non cambierà davvero. Ma cambierà, e quando? "Cambi presto, le nomine solo per merito", annuncia il neo presidente Marinella Soldi, in un'intervista al Corsera.
Sarebbe molto bello, ma oggi appare decisamente utopistico.