di Massimo Ascolto
Tirato il sasso... tolta la mano. Dopo la tempesta di polemiche delle ultime ore sulle linee guida per la comunicazione da parte della Commissione europea, dove tra le altre cose alla parola "Natale" veniva preferita la formula periodo di festività, ecco il dietrofront. Helena Dalli, commissaria Ue all'Uguaglianza, ha detto: "L'iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento".
Non solo: come riportato dall'Agi, un portavoce della Commissione europea ha riferito che "celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani fa parte del ricco patrimonio europeo. Non stiamo vietando né scoraggiando l'uso della parola Natale. Ovviamente no". Aggiungendo: "Il documento a cui si fa riferimento è un documento interno preparato a livello tecnico e che mira a sensibilizzare sull'essere inclusivi nella comunicazione". Con una specifica: "Come molte altre organizzazioni, prepariamo regolarmente guide di stile interne su diverse aree. Quelle linee guida sono raccomandazioni al personale per il proprio lavoro quotidiano".
Il decalogo - Stop a riferimenti di genere, meglio "buone feste" che "buon Natale", "in ogni contenuto testuale o audiovisuale va assicurata la diversità", in "qualsiasi panel va rispettato l'equilibrio di genere". E via cantante, sull'onda del politicamente corretto. Il decalogo linguistico è emerso da un documento interno per la comunicazione sul fronte Ue. La notizia non è passata inosservata. Antonio Tajani (Forza Italia) ha redatto un'interrogazione alla Commissione per una modifica delle indicazioni. Matteo Salvini (Lega), sui social, ha ironizzato: "Maria. Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda". Mentre Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) ha notato: "La Commissione europea batte in ritirata e stralcia il documento interno che prevedeva l'eliminazione della parola "Natale" perché considerata poco inclusiva. Abbiamo fermato la vulgata del politicamente corretto".