È morta Lina Wertmuller. La grande regista che aveva 93 anni si è spenta nella notte a Roma. Era nata il 14 agosto 1928 ed aveva firmato film come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, Pasqualino settebellezze, Mimì metallurgico segnando la storia della commedia italiana.
La sua mania per i titoli di lunghezza fluviale diventa in fretta un marchio di fabbrica, così come i vistosi occhiali bianchi, la battuta sferzante, la simpatia contagiosa. È stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar, nel 1977, come migliore regista (ma anche per il miglior film straniero e migliore sceneggiatura) per “Pasqualino Settebellezze”. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera. Ancora adolescente la giovane Lina frequenta il mondo del cinema e del teatro, si iscrive all’Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, anima un teatro di burattini, collabora all’inizio con Guido Salvini, Giorgio De Lullo, Garinei e Giovannini, lavora in radio e televisione, firma la prima Canzonissima e il ‘Giornalino di Gian Burrasca’ con Rita Pavone. La sua prima apparizione sul grande schermo è del 1953 nel ruolo di segreteria di edizione con ”... e Napoli canta!” di Armando Grottini, seguirà poi “La dolce vita” di Federico Fellini come aiuto regista. Il vero esordio è targato 1963 con “I basilischi”, Vela d’argento al Festival di Locarno, mentre nel ’68 sotto pseudonimo (Nathan Witch) dirige un western all’italiana “Il mio corpo per un poker” con Elsa Martinelli.
Nella seconda metà degli anni ’60 l’incontro con Giancarlo Giannini. Un sodalizio irripetibile e trionfale (“Mimi metallurgico ferito nell’onore”, “Film d’amore e d’anarchia”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, “Pasqualino Settebellezze”, “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia”). Al suo attivo oltre 30 film anche come sceneggiatrice accanto a Sergio Sollima, Pasquale Festa Campanile, Franco Zeffirelli, Enrico Maria Salerno. Il cinema si trasforma in una palcoscenico dove denunciare e affrontare con coraggio temi politici, come quello del terrorismo (“Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada”), ma anche per ‘dipingere’ affreschi storici (“Fernando e Carolina”).
Tra i riconoscimenti, oltre all’Oscar alla Carriera, il Premio Flaiano alla carriera (2008), il Globo d’oro alla carriera (2009), il David di Donatello alla carriera (2010), il cavalierato di gran croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È stata insignita, inoltre, di due cittadinanze onorarie, dai comuni di Napoli e Minori.