Il Covid-19 è “la più grande crisi globale per i bambini nei nostri 75 anni di storia”. È l’analisi dell’Unicef, che in un rapporto reso noto oggi avverte che la pandemia sta facendo retrocedere praticamente ogni misura di progresso per i bambini, tra cui uno “sconcertante aumento di 100 milioni di bambini in più sprofondati nella povertà, circa 1,8 bambini ogni secondo da metà marzo 2020″.
Il rapporto Unicef rileva anche che la malnutrizione potrebbe colpire 9 milioni di bambini in più nel 2022. Inoltre l′80% delle scuole sono rimate chiuse durante il primo anno dell’epidemia per un miliardo e mezzo di studenti rimasti a casa. Una delle conseguenze è il rischio di crescita del lavoro minorile. Sono già 160 milioni nel mondo costretti a lavorare per aiutare le loro famiglie.
“Il percorso per riguadagnare il terreno perduto - spiega in una nota l’Unicef - è lungo e, anche nel migliore dei casi, ci vorranno sette-otto anni per recuperare e tornare ai livelli di povertà dei bambini pre-Covid”.
“Nel corso della nostra storia - ha detto il direttore generale Henrietta Fore - l’Unicef ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone. Ora questi risultati sono ora a rischio”.
Per rispondere, recuperare e reimmaginare il futuro di ogni bambino, l’Unicef continua a chiedere di:
- Investire nella protezione sociale, nel capitale umano e nella spesa per una ripresa inclusiva e resiliente;
- Porre fine alla pandemia e invertire l’allarmante regresso nella salute e nella nutrizione dei bambini - anche sfruttando il ruolo vitale dell’Unicef nella distribuzione del vaccino contro il Covid-19;
- Ricostruire in modo più solido assicurando un’istruzione di qualità, protezione e una buona salute mentale per ogni bambino;
- Costruire la resilienza per prevenire, rispondere e proteggere meglio i bambini dalle crisi - compresi nuovi approcci per porre fine alle carestie, proteggere i bambini dai cambiamenti climatici e re-immaginare la spesa per e calamità.