Svolta Ferrari. Comincia un nuovo corso. Scontato l’arrivo di Jean Todt, non che resti il Principino corteggiato dalla Mecedes. Se Sir Lewis Hamilton si ritira (Ecclestone lo dà per certo) Leclerc potrebbe appunto prendere il suo posto .
Ma il Re Nero, ancora imbufalito per l’epilogo di Abu Dhabi che gli impedìto di vincere l’ottavo Monddiale, non ha ancora deciso. Si ritra o no? Tutta la Formula Uno aspetta un segnale. Il Cavallino in primis.
Se il monegasco tira troppo la corda, lo spagnolo diventerà il primo pilota della Ferrari. Martedì 28 AS, il quotidiano sportivo di Madrid gli ha dedicato l’intera prima pagina (con maxi foto) subodorando la “promozione“ come una possibilità tutt’altro che remota.
D’altronde Sainz, quinto in classifica finale (Leclerc settimo), autorizza l’avanzamento nella gerarchia interna. Oltretutto Sainz gode della stima di Binotto che vorrebbe la coppia di piloti anche nel 2022.
Il numero uno della Rossa non vuole perdere il tesoretto accumulato nel 2021. Leclerc ha prevalso nei testa a testa in gara e in qualifica, Sainz ha però fatto più punti. Binotto ha dato 8 ad entrambi nella sua personalissima pagella di fine anno. Da notare ch Sainz era alla sua prima stagione in Ferrari, Lec alla terza.
Il 2021 è un anno da dimenticare. Troppo pochi cinque podi in 22 gare, troppi 8 incidenti con danni; e ciò è stato un handicap. Ora cambiano le regole e come sempre si tratta di sfruttare al meglio le zone grigie. Nei passaggi epocali c’è sempre stato chi ha inventato i fondi piatti, o le minigonne, chi la trovata.
E sono sempre stati i progettisti delle squadre migliori. La Ferrari ha una tradizione che dovrebbe metterla in condizione di creare qualcosa di innovativo e di superiore a quel che faranno gli altri. La progressione mostrata tra 2020 e 2021 lascia ben sperare.
Tutti si aspettano nel 2022 una Ferrari più competitiva. E lo sarà sicuramente. Da Maranello arrivano segnali importanti. Molte le novità che riguardano ala, gomme ( cerchi da 18 pollici), deviatori di flusso, un nuovo motore 6 cilindri con carburante bio al 10% (che fa perdere 20 cavalli), il fondo pensato per reintrodurre l’effetto suolo, due soli ammortizzatori. Per mentalità la Ferrari non si accontenta. E svolta.