Manca poco, ormai, alla "dead-line" del 10 gennaio, data designata per il rientro in classe dopo le ferie natalizie. Ma non tutti, complice l'ondata di nuovi contagi da Omicron, sono d'accordo sulla riapertura delle scuole. E' proprio di oggi l'appello dei medici per posticipare il ritorno tra i banchi. "Bisogna posticipare l'apertura delle scuole di 15 giorni, recuperando poi a giugno. E poi, cambiare il sistema delle 'Regioni a colori', introducendo tra i parametri quelli relativi alla pressione sulla sanità territoriale e integrando, a tal fine, il Comitato Tecnico Scientifico con medici del territorio" ha proposto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. Sulla stessa falsariga, anche il governatore campano Vincenzo De Luca che da giorni sta insistendo per il rinvio della riapertura. "In Campania elementari e medie non riaprono" ha sbottato il primo inquilino di Palazzo Santa Lucia in uno con i presidi che hanno chiesto "almeno due settimane di dad". Fin qui gli appelli che, al momento, non hanno fatto breccia negli ambienti del governo. Per ora, infatti, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, sembra intenzionato a voler tirare dritto. "Noi siamo molto attenti come sempre alle voci che ci vengono dal Paese" ma non ci sarà "nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza" ha detto l'esponente dell'esecutivo a margine delle celebrazioni dell'anniversario della nascita della bandiera Tricolore a Reggio Emilia. "Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare - ha proseguito il ministro - i ragazzi delle classi superiori sono vaccinati per il 75% con prima dose e all'84% con seconda dose. Appena abbiamo avuto la disponibilità da parte delle autorità europee, abbiamo vaccinato i bambini". "I nostri ragazzi sono per 3/4 coperti a livello vaccinale. E stiamo continuando a vaccinare, perché questa è la strada" ha concluso.