di Matteo Forciniti
Quella di ieri, lunedì, è stata un'altra giornata all'insegna dei record di contagi di Covid 19 in Uruguay con 6.760 nuovi positivi. La variante Omicron è ormai inarrestabile e così come altrove anche qui avanza a un ritmo velocissimo: attualmente ci sono 43.347 positivi in tutto il paese di cui 43 casi gravi in terapia intensiva. Seppur molto più trasmissibile, questa seconda ondata provocata da Omicron appare già con una certezza: i numeri dei casi gravi restano molto bassi grazie al vaccino e la stragrande maggioranza dei ricoverati negli ospedali oggi sono i non vaccinati.
La strategia del Governo di Luis Lacalle Pou, fedele a una posizione mantenuta durante tutta la pandemia, è quella di mantenere tutto aperto ed evitare le restrizioni: tutto questo è stato ribadito ancora una volta ieri sera durante la conferenza stampa che ha visto intervenire il presidente insieme al ministro della Salute Daniel Salinas e il sottosegretario José Luis Satdjian.
"Siamo lontani da un sistema sanitario al collasso" ha dichiarato il presidente Luis Lacalle Pou assicurando che le frontiere continueranno a restare aperte, una boccata d'ossigeno questa per un settore turistico che ha vissuto una crisi drammatica e adesso sta vivendo la stagione estiva con grande speranza. "La grande difesa che ha avuto il nostro paese è stato il vaccino" ha osservato il presidente citando i numeri della campagna vaccinale e insistendo sulla necessità della terza dose: "Un anno fa stavamo concludendo le trattative per il vaccino e oggi abbiamo il 76% della popolazione con due dosi e quasi il 50% con tre dosi. Abbiamo ancora 600mila uruguaiani che potrebbero prenotare questo vaccino e li invitiamo a farlo".
"È vero" -ha proseguito Lacalle Pou- "che in questi giorni il primo livello del sistema sanitario è sotto pressione, specialmente per quanto riguarda i tamponi. Alcuni paesi hanno deciso di non testare i pazienti asintomatici. Noi non procederemo in questa direzione da un punto di vista di garanzia e continueremo a fare i tamponi agli asintomatici, per questo i ritardi continueranno ad esserci. L'Uruguay spende quasi 1 milione di dollari al giorno per i test PCR".
Il presidente ha poi risposto alle critiche ricevute dal Frente Amplio che attraverso il suo presidente Fernando Pereira aveva invitato il governo a convocare un nuovo gruppo scientifico per studiare misure restrittive per l'aumento dei positivi: "Sono state invocate misure, ma non sappiamo bene quali. Possiamo però immaginarle queste misure dato che i creatori della quarantena obbligatoria seguono la strada delle restrizioni. A volte non agire direttamente è una misura. Con le prevenzioni non farmacologiche, i vaccini e il rispetto delle raccomandazioni del Ministero della Salute, noi abbiamo una certa tranquillità".
Sull'eventualità di una quarta dose che potrebbe arrivare nel prossimo semestre Lacalle Pou è apparso cauto: "Non voglio essere ossessivamente ottimista, ma spero che non sia necessario, anche se l'Uruguay ha già negoziato e si è assicurato la quarta dose".
Nel suo intervento, il ministro della Salute Daniel Salinas ha insistito sull'importanza della terza dose del vaccino che secondo le previsioni porterà a un panorama più tranquillo: "Il concetto che deve essere gestito adesso è il controllo funzionale della pandemia. Dobbiamo analizzare l'andamento del virus non più per il numero di contagi ma anche per l'impatto sul sistema sanitario e la discrepanza tra i nuovi positivi e gli ingressi in terapia intensiva". Un altro tema su cui ha insistito il ministro è la campagna di vaccinazione verso i minori: "Al momento sono già 113mila i bambini tra i 5 e 11 anni che cominceranno a essere vaccinati a partire da domani".
Il sottosegretario alla Salute José Luis Satdjian ha poi annunciato che a breve verranno abilitate 20 farmacie in tutto il paese che potranno realizzare i tamponi visto l'enorme aumento della richiesta.