di Alessandro Camilli
Un articolo del Corriere della Sera, ma anche il racconto spontaneo di un ragazzo/a che ora è (dire frequenta è dirla grossa) all’Università. L’articolo di giornale dice che, quando possono e sempre più possono, gli studenti universitari in gran numero evitano (meglio sarebbe dire fuggono) l’esame in presenza. Paura del contagio? Solo una santissima ingenuità potrebbe dar credito a questo alibi solido come burro fuso. L’esame in presenza viene evitato per la semplice e consolidata e sperimentata ragione che nell’esame a distanza si imbroglia. Alla grande.
Connessione che, guarda caso, va giù quando l’esaminato non conosce la risposta alla domanda. Testi incollati alla libreria o sotto o di fianco allo schermo. Auricolari più o meno nascosti, suggeritori defilati e occultati, secondo computer…La panoplia dei trucchi da esame a distanza è appunto…panoplia. Certo, in teoria (e anche a volerli nella pratica) ci sarebbero tecnologie di contrasto e controllo del truccare e copiare l’esame a distanza da parte degli esaminandi. Ma immancabilmente il Garante della Privacy ne inibisce l’uso che andrebbe a violare appunto la privacy dell’esaminando. Di fatto la Privacy finisce per far da palo all’imbroglio di massa realizzato durante gli esami universitari sostenuti a distanza.
Qualche esponente/portavoce di qualche organizzazione studentesca è arrivato perfino a pubblicamente rallegrarsi del fatto che controlli siano non praticati e praticabili, “così aumentano le nostre garanzie”. Molte famiglie si rallegrano se il figlio/a passa l’esame, non importa come. Molti docenti si arrendono e si sono arresi. Subiscono. Risibili sono appelli e richiami al binomio onestà/responsabilità. Il binomio soccombe all’altro binomio, quello astuzia/opportunità. Il tutto, il che aumenta il senso di sgradevolezza, avviene sotto la copertura di una pandemia
D’altra parte gli universitari non sono l’unica categoria o gruppo sociale che della pandemia ha trovato il modo di fare una astuta opportunità. Grazie anche all’esame universitario a distanza avremo medici, avvocati, ingegneri e laureati vari di ogni disciplina diciamo così…meno bravi. La naturalezza con cui gran parte della meglio gioventù, quella che va e sta all’Università, si è accomodata all’esame imbroglio a distanza attesta peraltro che il pesce società comincia a puzzare anche dalla coda.