La giornata della memoria oltre al ricordo dell'olocausto e dei campi di sterminio nazista, nei quali persero la vita 1,3 milioni di persone durante la Seconda guerra mondiale, vuole essere un monito per mantenere vivo il ricordo delle barbarie commesse dai nazisti affinché quello che è successo non si ripeta mai più. La giornata della memoria coincide con la liberazione dei prigionieri deportati nei campi di concentramento di Auschwitz e vuole simboleggiare il ripristino del bene sul male, della libertà verso l'oppressione.
L'attualità spesso ci mette di fronte a preoccupanti e perfidi atti razzisti, a una crescente intolleranza verso i meno protetti, gli emigrati e la gente di colore e a indescrivibili forme di sopraffazione, che delle volte incrociano l'indifferenza umana.
Gli italiani all'estero nella loro lunga storia migratoria, in particolare coloro che nel secolo scorso si trasferirono nei due continenti americani e in alcuni paesi europei, sono stati oggetto di forme razziali, di scherno, di soprusi e di umiliazioni perché italiani. La giornata della memoria vuole essere anche testimonianza ed è espressione viva per percepire il ricordo delle loro singole storie e dell'ignominia che molti di loro hanno subito nei paesi in cui si trasferirono.
Il ricordo serve per tenere saldi i valori fondamentali della libertà e della democrazia, senza i quali si rischia di soccombere al revisionismo storico e alla assuefazione dell'illiberalità.
Michele Schiavone
Segretario Generale Cgie