di Lucio Fero
Quando fuori è pandemia e non ci sono vaccini e cure rifugiarsi in un lockdown è l’unica cosa sicura. Sicura però solo di evitare il peggio. Chiudersi dentro perché il fuori è ostile, pericoloso, non governabile da altra azione che non sia il rifugiarsi e nel rifugio restare. Politica e società italiane sono in piena pandemia. Epidemia diffusa di insipienza, prima ancora che di irresponsabilità. Nessuna capacità, peggio ancora nessuna voglia di identificare un interesse generale, svanita e irrintracciabile anche l’attitudine al solo concetto di interesse generale. Il sistema politico si è rifugiato nel Mattarella bis perché non ha vaccini né cure contro se stesso. E altrettanto hanno fatto la società battezzata civile e l’immaginata pubblica opinione e la più reale cosiddetta gente.
Al sicuro nel Mattarella bis perché fuori vien giù il governo, salta la maggioranza, si spreca il tempo e i miliardi del Pnrr e tutta la comunità dilapida se stessa in una fatua campagna elettorale. Non c’era niente di più sicuro da fare, era l’unica sicurezza possibile. Purtroppo una sicurezza da lockdown, quella buona solo perché non ci sono vaccini e cure. Il sistema politico italiano e il sistema degli interessi e istanze sociali del paese non possiedono entrambi, né vaccini né cure. E non c’è laboratorio o impresa in cui davvero scienza e coscienza della vita sociale e politica li stiano cercando e approntando.
Mattarella bis, cioè si è visto che… - Che Giuseppe Conte è inaffidabile come alleato politico, per chiunque. Non a caso premier del governo più anti Ue della storia d’Italia e poi premier di quello più pro Ue. Nella breve ma compendiosa storia dell’elezione del Capo dello Stato, Conte ha avuto un solo interesse (generale?): combattere (vendicarsi?) Draghi. Chiunque si alleasse in questa sua missione era per Conte ottimo alleato.
Che Matteo Salvini è arruffone, confusionario, approssimativo. Uno di noi, certo. Ma uno di quei noi che pretendono di aggiustare l’auto non essendo un meccanico. Col farla semplice e sbrigativa travestito buon senso il motore non riparte, l’auto non va. Di come funzionano le cose complesse, cioè quasi tutte quelle vere, Salvini dà la netta impressione di saperne poco. Sa come funzionano le cose nel mondo delle cose semplici, cioè quasi nessuna tranne le illusioni.
Che Giorgia Meloni è irriducibile nel suo essere anti. Anti governo di unità nazionale, anti Mattarella bis, anti Ue che non sia delle Nazioni, cioè che non sia e basta. Meloni voleva le elezioni, o almeno la crisi di governo o almeno un governo che durasse ancora un niente. Occuparsi di tutto il testo non le appare “patriottico”.
Che Enrico Letta è ancorato e zavorrato da se stesso, dal suo imperativo etico per cui essere sinistra è essere con i deboli, anche quando i deboli indossano i panni e usi e costumi delle lobby. Letta ancorato e zavorrato dai molti “cosa non siamo” e dai radi e pavidissimi “cosa siamo” che fanno l’identità del suo (?) Pd.
Che Silvio Berlusconi è troppo…vecchio per qualunque cosa.
Che Matteo Renzi è il più abile, ma la sua mano è inabilitata per irrimediabile retrocessione nel campionato (e pure nelle coppe) del consenso.
Che non c’ è un centro destra o un centro sinistra, ci sono solo minoranze politiche e parlamentari.
Che non è una maledizione, è una scelta. Del popolo elettore. Aver formato una rappresentanza politica (i partiti) che ha l’aspetto e la consistenza di un arcipelago di friabili atolli è la conseguenza specchio di come è fatta la comunità socio-economica. Non “liquida” davvero, ma blocco di ghiaccio contro blocco di ghiaccio a formar banchisa. Talvolta immobile, più spesso a sfregar l’un contro l’altro dei lastroni.
Mattarella bis, meno male - Davvero meno male. Nella precisa accezione dei due termini congiunti. Non il male minore ma dal Mattarella bis verrà meno male di quanto poteva avvenire. Perché dei partiti, della politica, della rappresentanza è ormai lecito disperare, ma dei rappresentati? Qualcuno nel paese cosiddetto reale ha davvero finora manifestato una briciola di voglia di sapere e capire? Sapere e capire cosa? Una per tutte: che i miliardi del Pnrr non sono da trattare come il sistema politico ha trattato la presidenza della Repubblica. Non sono da accaparrare, indirizzare verso il proprio gruppo, fiondarcisi sopra a tuffo, togliere con astuzia dalle tasche dell’altro, intascare come premio oratorio ed oscar alla miglior propaganda. Voglia di sapere e capire, se qualcuno ce l’ha, gli viene rinfacciata come tradimento della corporazione di appartenenza. Mattarella bis, meno male. Al sicuro in un lockdown istituzionale. Ma i lockdown, pur se offrono protezione, non vaccinano e non curano dalla pandemia.