di SANDRA ECHENIQUE
Che 2021! Che vini! Il brindisi della mezzanotte per l'anno che verrà i vini italiani l'hanno spostato soltanto un po' più avanti, aspettando l'Osservatorio dell'Unione italiana vini che ha stimato l'export in 7,1 miliardi di euro con un salto rispetto all'anno precedente del 13%, ma anche del 10% se si va a guardare il 2019. Volano le nostre bottiglie dai fermi confezionati (+15% che per i rossi arrivano al +20%) fino agli spumanti che il loro 20% se lo guadagnati a suon di bollicine. Ma l'aspetto che ancor più fa brillare le etichette made in Italy è che il salto in avanti è stato raggiunto grazie a tutti: grandi nomi, regioni, cantine più piccole fino ad arrivare alle cooperative. Ecco un successo di squadra dove ogni prodotto ha fatto la sua parte e alla fine, dell'anno, ha raggiunto i grandi risultati. Un boom che, secondo le previsioni, dovrebbe portare anche al nuovo record per l'export del vino italiano nel mondo. Si potrebbe stare a osservare le crescite realizzate da brand come etichette, regioni come zone che hanno invaso il globo con il made in Italy del vino. Tanti aspetti, ma vale la pena soffermarsi un attimo sulle performance 'rosse' negli Stati Uniti, Paese dove il vino ha ormai conquistato tutti gli over 21 (l'età minima per gli alcolici...) e dove il rosso, da sempre rappresenta un punto fermo. Ecco allora i numeri, perchè è sempre su questi che ci si basa: negli States i piemontesi rossi hanno fatto registrare un +41%, mentre nello stesso settore, ma passando alla Toscana l'incremento ha raggiunto il +31%. Tra le denominazioni, sempre restando in Toscana, il celeberrimo Brunello di Montalcino ha passato la soglia di 11 milioni di bottiglie, mentre un altro nome 'Doc', in tutti i sensi, il Chianti classico, ha raggiunto nell'export globale 35 milioni di bottiglie. Poi ancora Amarone (+30%), Barolo (+22%), Barbaresco (+17%) seguiti dai 'colleghi' del sud come Montepulciano d'Abruzzo fino al Primitivo di Manduria. E si tratta della tradizione, perchè in un certo senso è questo che il rosso, per antonomasia, rappresenta. E restando negli States, se proprio il rosso rappresenta l'appuntamento con il vino, ecco che per certi versi sbalorditiva si sta rivelando la crescita del Prosecco. Lo sparkling wine è un fenomeno che negli Stati Uniti sta assumendo volumi senza precedenti: basta passare dai supermercati dove le bollicine made in Italy occupano gli scaffali come mai in passato. Si possono trovare un numero incredibile di etichette italiane e, a livello mondiale, gli USA sono imitati un po' dappertutto. Ecco allora il Prosecco Doc che passato tranquillamente il muro delle 600 milioni di bottiglie seguito da Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene DOCG poi anche dei Colli Asolani per finire con Asti spumante, capace di riprendersi dopo un periodo leggermente opaco. Cifre impensabili solo fino a poco tempo fa anche perchè il nostro totale ha doppiato quello del regale Champagne che si è assestato sui 322 milioni di bottiglie. È il made in Italy che trionfa sulle tavole degli americani (e in tutto il mondo) come in quelle dei ristoranti e bar. Ormai il vino italiano, qualsiasi sia il colore, dal fermo al frizzante, è divenuto un compagno abituale e la sua popolarità è dappertutto in crescita.