di Franco Esposito
Ritorno alla normalità. In Italia la scuola si riappropria del suo passato, riabbraccia la sua storia, la sua tradizione. I prossimi esami di maturità si svolgeranno intanto in presenza, non saranno ammesse o riconosciute deroghe. Ma non è questo il vero ritorno al passato. C'è dell'altro, e fa in un certo senso onore a chi governa la scuola italiana: la maturità in due prove scritte, come ai tempi pre Covid. Si parte il 22 giugno con l'italiano. Tutto bene, tutti d'accordo?
Proprio no: il ritorno al passato non piace agli studenti e neppure ai presidi, schierati al fianco dei maturandi. "Sono i più penalizzati dalla pandemia". Gli studenti annunciano una protesta nazionale. Andrà in scena venerdì. "Messo così, l'esame per noi è una condanna". Il settanta per cento dei maturandi avrebbe voluto l'esame di maturità in versione 2021. L'annuncio del ritorno alle prove in presenza non è gradito agli studenti. Un'indagine Simula ha rivelato che solo il quattordici per cento dei 2.500 intervistati avrebbe voluto sostenere un esame completo, con due prove scritte.
Torna la Maturità pre Covid, tornano gli scritti, sparisce la tesina. La possibilità della video conferenza è prevista solo per i candidati impossibilitati a lasciare il proprio domicilio. Il ministro dell'Istruzione parla di un percorso che insiste sul "progressivo ritorno alla normalità". E soprattutto del fatto che "quest'anno è garantita una maggiore continuità alle lezioni in classe". Ma gli studenti non ci stanno.
Il ministro Bianchi, in un primo momento, sembrava intenzionato a replicare il format degli esami dello scorso anno. Quelli che prevedevano solo un colloquio orale con tesina. Troppo poco, pochissimo, per essere dichiarati maturi, pronti per l'università o per l'ingrssso nel mondo del lavoro. Bianchi aveva promesso comunque una decisione entro la fine di gennaio. Promessa mantenuta: si torna all'esame formato pre covid.
Il ministro si è preso fino all'ultimo giorno utile per valutare i pro e i contro. E dopo aver esaminato la situazione sul fronte dei contagi e delle classi in quarantena, si è pronunciato. "Non siamo acora fuori dalla pandemia, ma quest'anno, grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza decise dal governo, i miglioramenti sono evidenti, palpabili. Ci sono le condizioni per assicurare il regolare svolgimento dell'esame di Stato". Che riguarda circa mezzo milione di studenti; l'anno scorso erano 540mila.
L'appuntamento per il tema d'italiano sarà uguale per tutti, a livello nazionale. Sette tracce e tre diverse tipologie. "Analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità".
Il secondo giorno degli esami sarà dedicato alla seconda prova scritta. Diversa per ciascun indirizzo, su una sola disciplina tra quelle che hanno caratterizzato il percorso di studi. Le materie saranno comunicate nelle prossime settimane. Questa seconda prova sarà predisposta dalle singole commissioni d'esame. Lo scopo mirato è di consentire una sicura forte aderenza a quanto svolto dalla classe, in rapporto al percorso seguito dagli studenti negli anni segnati dalla pandemia.
La seconda prova scritta è affidata alle commissioni interne, in ragione del fatto inconfutabile della conoscenza dei percorsi personali degli studenti. Poi si arriverà all'esame orale: lo studente non dovrà più preparare la tesina, usata negli anni passati come base di partenza del colloquio. Si tratterà, in pratica, di "una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze fatte nell'ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento".
La valutazione finale resta in centesimi. Il credito scolastico sarà attribuito per un totale massimo di 40 punti. Dodici per i terzo anno, 13 per il quarto, 15 per il, quinto. Le prove scritte consentiranno di ottenere fino a 20.
Il ritorno della scuola italiana al passato è accolto come "una bella notizia" da chi auspicava il ritorno alla normalità. E anche una speranza, un auspicio, un augurio. "I primi segnali del disgelo, dopo un inverno lunghissimo. Ed è significativo che arrivino proprio dal mondo della scuola, forse quello che ha pagato il prezzo più alto".
Tocca quindi agli studenti rimettere insieme i segmenti del tempo. Molti professori esultanti e quanti hanno confidato nel ritorno alla normalità sono qui per affermare, ancora una volta, che "tornare a scrivere significa tornare a vivere".