di Franco Esposito
In Italia l'inflazione aggiorna i suoi record. E sono autentiche mazzate suol capo degli italiani. Al volo dell'inflazione, da primato dal 1996, non rispondono i salari, che si mantengono bassi. Nel senso che sono fermi a dieci anni fa. Rispetto a gennaio dello scorso anno, l'inflazione è da primato, uguale e precisa a quella del 1996: é cresciuta del 4,8%. I prezzi aumentano a velocità spaventosa e la folle corsa non sembra abbia intenzione di arrestarsi.
Una mazzata tremenda sul capo degli italiani. Così forte da indurre all'intervento le Associazioni, allarmate da un andazzo che non promette nulla di positivo. "La ripresa in corso subirà una frenata per colpa di minori consumi".
Lapalissiana la previsione, in Italia quelli che possono spendere sono rimasti in pochi. Spaventosa è la crescita esponenziale delle famiglie che si ritrovano alle prese con la povertà. Anche quelle che hanno investito in titoli dello Stato. Una realtà drammatica: se il trend è questo, la ripresa potrebbe rivelarsi davvero a rischio. Sempre più italiani arrancano per sbarcare il lunario. La cristallizzazione dei salari li mette in ginocchio, se non addirittura proni.
I sindacati la buttano in protesta e lanciano allarmi. "Bisogna fronteggiare l'inflazione, favorire la crescita salariale, arrestare la corsa dei prezzi dell'energia che sta schiacciando il potere d'acquisto delle famiglie e mette in ginocchio centinaia di piccole imprese". Le associazioni propongono il varo di "un nuovo piano energetico nazionale, una necessità ormai non più derogabile".
Le associazioni definiscono gli enormi colossali attuali disagi con un'espressione mai sentita prima. "Siamo di fronte a una pandemia degi stipendi, oggi chi lavora è povero". Figuriamoci quelli che il lavoro non ce l'hanno. Il problema, dicono i sindacati, è "molto più serio di quanto credevamo". L'inflazione italiana preoccupa pure l'Unione Europea, perchè "incide sulla crescita e sul potere di acquisto dei redditi dei cittadini", avverte il presidente dell'Eurogruppo, Pascham Donohoe, E il prossimo anno il tasso scenderà sotto il due per cento.
L'Istat mette insieme un quadro in cui il Covid è ancora l'assoluto protagonista. La conseguenza è il boom dei prezzi della bolletta, per le famiglie e le imprese. La somma degli effetti diretti e indiretti potrebbe porre sotto rischio la ripresa economica. Dovesse poi consolidarsi un trend dei prezzi al consumo di una certa ampiezza, dal punto di vista della crescita, ci troveremmo di fronte a un elemento non più sano ma patologico. Siamo davanti a una Caporetto per le tasche delle famiglie".
Molto più di una Caporetto la definisce l'Unione nazionale consumatori. "Sarà una catastrofe che rallenterà la ripresa. L'inflazione al 4,8% significa un aumento del costo della vita sui 1.700 euro su base annua per una famiglia". Solo per mangiare gli italiani spendono oggi 285 euro in più a famiglia su base annua, a causa dei rincari registrati nel comparto. Senza contare l'impatto della voce trasporti (+7,7% a gennaio), che determina un aggravio di spesa sugli spostamenti pari a +416 euro annui a nucleo familiare. Un vero e proprio massacro.
Corre l'inflazione, ma c'è pure chi corre ancora più forte. Vola addirittura, nel pieno rispetto del suo dna. Nell'immane tragedia italiana, un buio senza fine, si accende la luce della Ferrari. Lo sprint del Cavallino consegna agli osservatori risultati record. Sotto forma di un utile netto di 833 milioni, il 37% in più rispetto all'anno prima. Gongolano i dipendenti della casa di Maranello, i cinquemila che lavorano per la Ferrari godranno tutti di un bonus di 12mila euro. É la prima volta che il riconoscimento legato alla competizione supera i 10mila euro.
L'annuncio l'ha dato il Ceo Benedetto Vigna. "L'anno appena concluso è stato davvero eccezionale grazie alla passione e alla dedizione della gente Ferrari". I dettagli li ha poi spiegati il segretario della Fim Cisl Emilia, Giorgio Uniti. "L'anno scorso Ferrati ha prodotto 11.555 auto, un livello mai raggiunto in passato. Grazie anche agli eccellenti indicatori economici e di qualità, il premio sarà di 11.525 euro lordi, anche se quasi quattro lavoratori su cinque superano i 12mila euro".
L'indebitamento netto al 31 dicembre 2021 è stato di 297 milioni rispetto ai 543 del 2020. "I risultati dimostrano la validità del nostro modello di business", sottolinea il Ceo Vigna. Numeri che consentono a Ferrari di guardare "con entusiasmo alla prossima opportunità e al nostro Capital Markets Day del 16 giugno a Maranello".
In quella occasione verranno illustrati i piani per il futuro. É prevista la presentazione di due nuovi modelli e si completeranno i quindici lanci promessi nel 2018. Verrà inoltre svelato Purosangue, attesissimo modello. "Siamo certi che supererà le aspettative dei nostri clienti".
Ferrari euforica, cinquemila dipendenti in brodo di giuggiole e con bei soldi in tasca, a fronte di un Paese, il nostro, popolato da famiglie sempre più povere. Nella miseria più nera a causa dell'inflazione record. Non solo galoppante. Come se andasse anch'essa in Ferrari.