E’ agli Italiani che Sergio Mattarella si è rivolto, nel suo discorso d'insediamento, richiamando un Paese più giusto e con meno disuguaglianze, con i partiti chiamati a rispondere alle istanze della gente ed i politici a litigare di meno perché “le tensioni mettono a rischio la ripresa economica". E poi: “senza partiti coinvolgenti i cittadini sono soli e indifesi". “Non posso sottrarmi alla nuova chiamata, dobbiamo costruire l'Italia del dopo emergenza" ha esordito il Capo dello Stato rivolgendo un pensiero a chi è “più in sofferenza”, e si attende “dalle istituzioni garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio". "La stabilità - ha detto Mattarella - è fatta di dinamismo ma ora a correre deve essere il governo, per affrontare e risolvere problemi reali come caro bollette, tasse, lavoro". "Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, un'Italia più unita, giusta, moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano" ha spiegato il Capo dello Stato riservando un ulteriore passaggio del suo intervento anche al tema giustizia. "I cittadini - ha argomentato - devono poter nutrire fiducia e non diffidenza verso la giustizia". È indispensabile, pertanto, che “le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all'Ordine giudiziario". Mattarella ha parlato anche di violenza sulle donne come "inaccettabile piaga da sanare", dell'emergenza morti bianche ("mai più tragedie sul lavoro") e di scuola (augurandosi possa assicurare "pari opportunità") ma particolarmente applaudito è stato il suo riferimento al rispetto del ruolo del Parlamento che, deve essere “sempre posto in condizione di poter esaminare gli atti fondamentali di governo del Paese con tempi adeguati”. "Il Paese cresca nell'unità e nella concordia: siamo noi insieme i responsabili del futuro della Repubblica", ha concluso.