di Matteo Forciniti
Si avvia timidamente verso il recupero il settore turistico in Uruguay, una delle aree maggiormente colpite dalla pandemia. Dopo la crisi drammatica vissuta negli ultimi due anni, il panorama attuale è molto più confortante come emerge dagli ultimi dati diffusi dal Ministero del Turismo: tra il 15 dicembre e il 1 febbraio sono entrati nel paese circa 340mila turisti.
Questi numeri rappresentano senz’altro una svolta significativa se comparati alla scorsa stagione quando le frontiere erano chiuse a cause delle restrizioni dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, per arrivare ai numeri pre-Covid dell’estate 2020 si dovrà ancora attendere.
“Questi dati lasciano una base solida per l’inizio della ripresa del settore” ha commentato il ministro del Turismo Tabaré Viera in un’intervista radiofonica. “Alla luce di questo andamento, se non ci saranno cambiamenti nella situazione sanitaria, consideriamo che la prossima stagione sarà quella del recupero completo. Nell’attuale processo di ripresa, però, il settore ha ancora bisogno di supporto, sia fiscale che di altri incentivi” ha precisato il ministro promettendo di “seguire da vicino l’evolversi del panorama per analizzare nuove misure al riguardo”.
Secondo le previsioni ufficiali le perdite subite dall’inizio della pandemia fino al 2023 raggiungeranno i 3 miliardi di dollari.
Più della metà dei turisti arrivati in Uruguay a partire dal 15 dicembre sono argentini. Nonostante le incertezze dovute alle politiche governative sul cambio e le restrizioni ai viaggi, l’Argentina si conferma ancora una volta il fattore determinate per la ripresa del turismo in Uruguay. Al secondo posto nella classifica degli arrivi c’è il Brasile i cui numeri sono in forte crescita seguito da: Paraguay, Stati Uniti, Cile e poi diversi paesi europei.
Molto importante, per le autorità, è stato anche il ruolo avuto dal turismo interno: “Abbiamo avuto un’ottima presenza di uruguaiani che hanno scelto di rimanere nel paese e ciò ha contribuito a mantenere un livello di occupazione di base negli hotel, oltre a consentire al settore gastronomico di funzionare bene”.
Oltre all’incertezza provocata dalla variante Omicron che ha fatto schizzare alle stelle i contagi, per alcuni sottosettori la ripresa è ancora molto lontana come ha dimostrato questa prima parte di stagione estiva. Il riferimento è alle piccole compagnie di trasporto turistico penalizzate soprattutto dalla decisione del Brasile di impedire l’accesso delle navi da crociera dall’estero che ha provocato, da parte delle compagnie, la cancellazione dell’Uruguay dalle rotte.
Per quanto riguarda l’attualità, Viera ha ricordato che febbraio “è sempre un mese difficile” per il turismo e che attualmente è “ben al di sotto dei dati pre-pandemia, anche se migliore rispetto allo scorso anno”. Il ministro ha poi insistito per avanzare nell’applicazione del tasso zero sull’Iva negli hotel e nell’autonoleggio per gli uruguaiani per dare un “segnale chiaro, importante per il nostro turismo interno”. “Penso che sia molto positivo dare alcuni incentivi facendo una politica di investimento. Da tempo gli stranieri sono già esenti dall’Iva in diverse voci, quindi offrire una misura simile sarebbe una buona cosa e il Ministero dell’Economia lo sta valutando” ha sottolineato.