Papa Francesco

"Oggi si celebra la Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili". Lo ha ricordato questa mattina, al termine dell'Angelus, Papa Francesco ricordando che "sono circa tre milioni le ragazze che ogni anno subiscono tale intervento, spesso in condizioni molto pericolose per la loro salute". Per Bergoglio: "questa pratica, purtroppo diffusa in diverse regioni del mondo, umilia la dignità della donna e attenta gravemente alla sua integrità fisica".

CONTRO LA TRATTA DELLE PERSONE
Il Papa ne ha avuto anche contro la tratta delle persone. "Tante ragazze, le vediamo sulle strade, che non sono libere, sono schiave dei 'trattanti', che le mandano a lavorare e se non portano i soldi le picchiano. Oggi succede questo, nelle nostre città. Pensiamoci sul serio", ha ammonito. "Davanti a queste piaghe dell'umanità - ha aggiunto -, esprimo il mio dolore ed esorto quanti ne hanno la responsabilità ad agire in modo deciso per impedire sia lo sfruttamento sia le pratiche umilianti, che affiggono in particolare le donne e le bambine".

IL PENSIERO AL PICCOLO RAYAN
E poi un pensiero al Marocco ed allo sforzo compiuto, purtroppo inutilmente, per salvare Rayan, il piccolo caduto in un pozzo che non è riuscito a sopravvivere. "Tutto un popolo si è aggrappato per salvare Rayan, e tutto il popolo lì che lavorava per salvare un bambino" ha detto Francesco. "Ce l'hanno messa tutta, purtroppo non ce l'hanno fatta. Ma quell'esempio, quelle fotografie, tutti aspettavano che il bambino venisse salvato. Grazie a questo popolo per quella testimonianza" ha rimarcato il Pontefice.

IL CASO DI JOHN E LA SOLIDARIETA' DEL MONFERRATO
L’altra circostanza a cui Francesco ha fatto riferimento durante l'Angelus, con la voce a tratti rotta dalla commozione "è successa qui in Italia, e non uscirà sui giornali. Nel Monferrato, John, un ragazzo ghanese, 25 anni, migrante, per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti, e alla fine si è sistemato nel Monferrato. Ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro, in un'azienda vinicola. Poi si è ammalato di un cancro terribile, è in fin di vita. E quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare, 'tornare a casa e riabbracciare mio papà prima di morire, morendo penso al papà".

QUEI "SANTI DELLA PORTA ACCANTO"
"E nel Monferrato hanno fatto subito una raccolta e, imbottito di morfina, lo hanno messo su un aereo, lui e un compagno, e lo hanno inviato perché potesse morire nelle braccia del suo papà". "Questo ci fa vedere che oggi - ha concluso Bergoglio -, in mezzo a tante notizie brutte, ci sono cose belle, ci sono dei 'santi della porta accanto'. Grazie per queste due testimonianze che ci fanno bene".