Arriva un giudice ad aggiungere caos in casa del Movimento 5 stelle. E a congelare, almeno per il momento, il nuovo statuto e la leadership di Conte. Che fino a quando non arriverà un giudizio definitivo non può essere presidente dei 5 stelle.
Il Tribunale civile di Napoli ha sospeso le due delibere con cui, lo scorso agosto, il M5S ha modificato il suo statuto e 'incoronato' Giuseppe Conte come presidente. I provvedimenti (che risalgono rispettivamente al 3 e al 5 agosto 2021) sono stati sospesi in via cautelare per la sussistenza di "gravi vizi nel processo decisionale", in primis l'esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum, nell'ambito del processo intentato da un gruppo di attivisti del Movimento, difesi dall'avvocato Lorenzo Borrè. Tra i militanti: Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola, i quali hanno presentato il ricorso supportati da centinaia di attivisti che hanno contribuito al pagamento delle spese legali.
Come aveva spiegato l'avvocato Borrè i vizi contestati era tanti: intanto lo statuto - secondo i ricorrenti - è stato approvato senza il quorum che era previsto nella precedente regolamentazione: è stato escluso dal voto un numero di iscritti superiore a quello degli associati che hanno votato. Ma non è tutto: "Contestiamo la nomina del presidente anche perché la riteniamo affetta da vizi propri", spiegava Borrè Primo tra tutti: la nomina di un candidato unico sarebbe in contrasto con il principio di parità tra soci. "Allo stato attuale delle cose - continua Borrè - non è emersa dagli atti alcuna designazione ufficiale di Conte da parte di Grillo". Un altro vizio riguarda l'iscrizione di Conte al Movimento stesso: "È stata fatta - sostiene il legale - quando le iscrizioni al Movimento erano sospese". Se il giudice di merito darà seguito a questa decisione le nomina di Conte sarà definitivamente cancellata, così come il suo statuto.
Le due delibere, si legge nel provvedimento firmato dal giudice Gian Pietro Scoppa, "vanno sospese in attesita dell'esito del giudizio". E nessuna scusa relativa al funzionamento della piattaforma può essere addotta. Il giudice, infatti, scrive: "La presente cautela non potrebbe dirsi preclusa dall'asserita potenziale insorgenza di problematiche di ordine tecnico connesse al funzionamento della pregressa 'piattaforma', trattandosi di eventuali aspetti di carattere meramente operativo suscettibili di svariate possibili soluzioni la cui individuazione resta concretamente riservata agli organi della associazione".
Cosa succedere ora? Nell'attesa che un giudice di merito scriva una parola definitiva sulla questione, i 5 stelle dovrebbero fare un balzo indietro nel tempo. Le loro regole, infatti, tornano a essere - lo ha di fatto chiesto il giudice - quelle vigenti prima dell'agosto 2021. Quindi: vecchio statuto, con la relativa organizzazione territoriale - la stessa che i ricorrenti ritenevano che il nuovo documento avesse vanificato - e Crimi reggente.