di Gerardo Coco
In meno di una settimana Israele, Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Norvegia e Svizzera hanno abrogato le restrizioni pandemiche. A questi Stati si è unita la Svezia che ha rinunciato a pianificare i passaporti vaccinali e anche in Italia è in atto la transizione verso la riapertura del Paese. Stiamo assistendo a un graduale passo indietro dei governi che, in alcuni Paesi, è sembrato come un crollo che si attendeva da tempo. Non è un caso che tutto ciò sia avvenuto verso la fine di gennaio e nella stessa settimana in cui un corteo di migliaia camionisti protestava contro l'obbligo del Governo federale di quarantena di due settimane per i conducenti non vaccinati che attraversano il confine canadese-americano. Il corteo, il più lungo della storia, partendo dalla Columbia Britannica, dopo aver attraversato l'intero confine Usa/Canada e percorso 2.000 miglia in sette giorni, si è fermato nella capitale, Ottawa, dove è stato proclamato lo stato di emergenza.
Decine di migliaia di cittadini provenienti da tutto il Paese si sono uniti alla protesta creando un vasto movimento contro le restrizioni imposte dal premier Justin Trudeau. I manifestanti affermano che l'occupazione della capitale durerà fino a che l'obbligo vaccinale non sarà revocato. Non deve sorprendere che i media statunitensi e europei, diventati canali propagandistici di governi impegnati a far saltare in aria le basi della coesione sociale, non abbiano dato il risalto a questa protesta, la più imponente di questo secolo e fra le più significative da quando il Covid, dopo aver lasciato la Cina, ha trasformato la maggior parte dei politici occidentali in tiranni.
Non si tratta solo di protesta contro la vaccinazione obbligatoria. Riguarda ciò che questa rappresenta: il Governo che si impossessa della vita del cittadino. Se lo costringe a una iniezione periodica di una sostanza su cui ha legittimi dubbi, la sua libertà è persa. Dopo il vaccino verranno ordinati molti altri modi per trasferire il controllo completo della sua vita al Governo. Una volta imposta la tirannia vaccinale, non ci sarà più scampo. Questo obiettivo è così importante per i politici che, per raggiungerlo, non si sono fatti scrupolo di devastare l'economia. Ecco perché quello dei camionisti canadesi è stato un atto di coraggio ma anche di disperazione. La finestra di opportunità per fare qualcosa si stava chiudendo. Questo era, dunque, il momento di reagire per provocare una svolta collettiva e recuperare una certa misura di salute mentale e buon senso. Era giunto il momento di guardare indietro alle direttive iniziali del Governo all'inizio del 2020, quando per "appiattire la curva" fu imposta al Paese la chiusura per due settimane. Quell'ordine originale per due anni è stato ripetuto, esteso, prolungato e rafforzato, trasformandolo in un trattamento sempre più arrogante e repressivo.
Mentre il movimento prendeva slancio e i camionisti venivano raggiunti e acclamati da decine di compatrioti, Trudeau, seguendo la linea standard delle classi dirigenti che non tollerano alcun tipo di protesta o rifiuto di obbedire a misure folli, accusava stupidamente i camionisti di razzismo, per poi concludere che erano una "piccola minoranza marginale". Ma come ha twittato il patron della Tesla, Elon Musk, "sembrerebbe che la cosiddetta "minoranza marginale" sia in realtà il Governo".
Ora i governi in tutto il mondo non possono più ignorare questa ribellione e comincia a esserci paura nell'aria. Pensano a questo: se può succedere in Canada, può succedere ovunque. Poiché il trasporto su camion è un requisito quasi universale di qualsiasi società organizzata, l'esempio canadese potrebbe rivelarsi contagioso e il Freedom Convoy potrebbe ispirare i camionisti in Europa, Australia e Stati Uniti per opporsi in modo efficace contro il sogno totalitario di creare un nuovo mondo globale a cui nessuno ha accettato di partecipare.
L'azione dei camionisti a Ottawa sta fornendo un modello di resistenza civile contro leggi che vanno contro la coscienza e i diritti dell'uomo. Henry David Thoreau e Gandhi approverebbero. Dopo la massiccia devastazione fisica, mentale ed economica provocata dai blocchi, l'enfasi deve essere quella di fare pressione sui governi affinché non si illudano di avere un'autorità illimitata per esercitare un controllo sui corpi, le menti, il comportamento, le istituzioni e lo spirito dei cittadini.
Justin Trudeau si conferma una vergogna internazionale. Invece di incontrare i camionisti e trattare con loro, è fuggito dalla città rifugiandosi nel suo bunker e nel momento in cui scriviamo la polizia di Ottawa sta tentando di confiscare i beni di chiunque porti carburante e cibo agli insorti. Come andrà a finire? Forse si sta preparando una rivolta mai vista prima e il tema è il popolo contro le élite.