Difficoltà in Italia per ottenere la carta di soggiorno per i familiari di cittadinanza extra Ue di un iscritto all'Aire. Ad evidenziarle è Fucsia Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Centro e Nord America, in una interrogazione al premier Mario Draghi e ai ministri dell'interno e degli esteri, Lamorgese e Di Maio.
Nella premessa, Nissoli cita prima l'articolo n. 16 della Costituzione che "sancisce il diritto per i cittadini italiani di circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale nonché di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi" e poi la direttiva (UE)2004/38/CE "che ha tra gli obiettivi quello di proteggere il diritto alla coesione familiare e il diritto del cittadino dell'Unione europea e dei suoi familiari di farsi accompagnare o raggiungere dal familiare durante i suoi soggiorni in Italia e nella Unione europea".
In Italia, questa direttiva è stata recepita con il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 che, ricorda Nissoli, "prevede che per i familiari del cittadino comunitario non aventi la cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione europea e che intendano soggiornare per più di tre mesi, venga rilasciata la carta di soggiorno, la quale serve non solo a documentare il diritto del familiare a soggiornare in Italia, ma è indispensabile per poter soggiornare nell'intera area Schengen per più di 90 giorni ogni 180 giorni".
Lo stesso decreto legislativo, puntualizza la parlamentare, "indica, all'articolo 10, comma 3, lettera c), che per il rilascio della carta di soggiorno è richiesto l'attestato della richiesta d'iscrizione anagrafica del familiare cittadino dell'Unione; tuttavia, la legge 27 ottobre 1988, n. 470, prevede che i cittadini italiani residenti all'estero vengano iscritti nei registri Aire, e definisce (articolo n. 9, comma 2) "residenti nella circoscrizione consolare i cittadini italiani che, hanno la dimora abituale nella circoscrizione stessa, anche se ne sono temporaneamente assenti per motivi che non comportano trasferimento di residenza"; la citata legge indica all'articolo n. 4, comma 1, dispone che la cancellazione dalle anagrafi degli italiani residenti all'estero viene effettuata "per iscrizione nell'anagrafe della popolazione residente a seguito di trasferimento dall'estero"; da quanto a conoscenza dell'interrogante, numerosi comuni non accettano l'iscrizione anagrafica per familiari di cittadini residenti all'estero non iscritti nei loro registri della popolazione residente".
"Da comunicazioni intercorse con funzionari del Ministero dell'interno – riporta Nissoli – risulterebbe impossibile per un cittadino italiano iscritto all'Aire fare una iscrizione anagrafica di un familiare non cittadino dell'Unione europea a meno di non cancellare la propria iscrizione Aire e di trasferire la residenza in Italia".
"Va sottolineato – continua la deputata – che l'ordinamento Aire è anagrafico e concepito negli anni '50 e sembra non corrispondere più nella lettera al mondo globale e mobile di oggi, ancor di più dopo la pandemia che ha reso diffuse forme di lavoro da remoto che facilitano ulteriormente i viaggi e la mobilità".
"Da quanto riportato – riassume Nissoli – emerge che la lettera delle norme e la prassi restrittiva ostacolano per il cittadino italiano iscritto all'Aire l'esercizio del suo diritto di soggiorno e circolazione nonché il suo diritto di coesione con il suo familiare non cittadino dell'Unione europea imponendogli – di fatto:
a) qualora effettui un soggiorno di più di tre mesi continuativi oppure ripetuti soggiorni ravvicinati, di trasferire la propria residenza abituale e centro degli interessi vitali dall'estero in Italia, e quindi cancellarsi dal registro Aire e dichiararsi residente abituale presso qualche comune;
b) qualora risieda abitualmente all'estero ma annualmente trascorra una lunga stagione in Italia (per esempio estate o inverno) di cancellarsi ripetutamente dall'Aire ad ogni soggiorno, per poi riscriversi ad ogni ritorno all'abituale residenza all'estero".
Per questo, la parlamentare chiede al Governo "quali iniziative si intendano adottare per tutelare il diritto del familiare non-UE di cittadino italiano iscritto all'Aire ad accompagnarlo (o raggiungerlo), predisponendo una procedura di rilascio della carta di soggiorno che non ostacoli – di fatto – l'esercizio di questo diritto (eventualmente prevedendo che l'iscrizione anagrafica prevista per i familiari dei cittadini si effettui presso il consolato di competenza)".