di Alessandro Camilli
Pensionati, ne sono morti molti di Covid. Per la triste esattezza il 95 per cento circa dei morti di Covid era in età e in condizione da pensione. Di conseguenza l'Inps di pensioni ne ha pagate numericamente meno e nel 2020 ha risparmiato 1,1 miliardo rispetto a quanto avrebbe pagato senza la falce del Covid. Risparmio di spesa che si prolungherà negli anni, fino ad una minor spesa cumulativa stimata a circa 11 miliardi entro il 2029.
Dunque Inps e sistema previdenziale, sia pur per macabra circostanza, sollevati nel Bilancio? Proprio no: nonostante la minor spesa di 1,1 mld nel 2020 per lo stesso anno Inps in rosso, in deficit per 39 di miliardi. Spesa totale per 234,7 mld, quattro e mezzo più che nell'anno precedente. E minori contributi per 14 miliardi. Ma non è tutta spesa per pensioni in senso stretto. Le pensioni alimentate da contributi pagati da lavoratori e aziende sono economicamente sostenibili, insomma non è lì il buco di bilancio e non è lì che Lo Stato (il contribuente) deve ogni anno ripianare, pagare.
Nella spesa dell'Inps fortissima è la componente di spesa a vario tipo assistenziale: pensioni di cittadinanza, pensioni sociali, integrazioni al minimo...Tutte sostenute dalla fiscalità, cioè dalle tasse e non dai contributi. E forse la più gigantesca delle spese assistenziali in Italia è la reale età media di pensionamento, l'età media in cui si va davvero in pensione. In Italia è, determinata dalle molteplici eccezioni alla molto teorica regola dei 67 anni, di 62 anni. In Europa, tanto per dare un'idea, l'età media reale di pensionamento è a 65 anni. Ma, si sa, l'Europa è cattiva e crudele. Negli Usa invece, in Cina, in Africa, in Asia, Sudamerica, Russia...la pensione è oggetto sconosciuto o formato mignon.