Povero Giuseppe Conte. Non bastava la mazzata del tribunale di Napoli, con l’annullamento delle modifiche apportate allo statuto pentastellato e la conseguente decadenza dell’Avvocato di Volturara da leader del Movimento. Ora ci si è messo anche Beppe Grillo ad agitare le acque.
Il diktat del garante sullo stop al terzo mandato, infatti, ha mandato in ansia non pochi deputati e senatori del M5S che, con quella regola, rischiano di perdere per sempre lo scranno in Parlamento. In mezzo c’è lui: il leader defenestrato, chiamato a una difficile opera di mediazione.
"Grillo ha già detto che per lui quella del doppio mandato è una regola fondativa del Movimento. Anche su questo, l'ho detto: ci confronteremo” ha spiegato l’ex premier. “La nostra - ha aggiunto Conte - è una comunità di teste pensanti che si confronta e ovviamente la posizione del garante avrà un grande rilievo in questa valutazione interna".
Insomma Conte è alle prese, in queste ore, con un difficile lavoro di ricucitura interna nel tentativo di mettere a tacere i malumori che serpeggiano all'interno dei gruppi parlamentari. La speranza inconfessata è quella di riguadagnare sul campo la (ri) nomination alla carica di leader dei pentastellati.