DI MATTEO FORCINITI

 

C’è una cosa che Aldo Lamorte -l’innominabile per ordine della Fiscalia- ci ha insegnato con grande lungimiranza: nella vita non sia mai, quindi meglio stare con un piede di qua e uno di là per cercare di mantenere la poltrona anche a costo di navigare contro vento tra Italia e Uruguay. Lo dimostra l’accumulazione dei suoi incarichi che attualmente lo vede impegnato su tre fronti diversi: presidente del Comites, consigliere del Cgie e deputato supplente nel suo paese.

Il nuovo presidente del Comites che si è rivolto senza successo alla magistratura uruguaiana per non farsi nominare su questo giornale ha una storia politica esaltante degna della migliore tradizione democristiana esportata con orgoglio all’estero che gli consente di passare con grande disinvoltura da un partito a un altro, da un incarico a un altro tra le due sponde dell’Oceano, tra il Partido Nacional e il Maie.

Nella politica uruguaiana l’architetto ci bazzica da più di un ventennio senza però mai aver ottenuto niente di rilevante: il suo minuscolo partito si chiama Unión Cívica, si ispira ai valori democratici e cristiani e ha un accordo con il Partido Nacional che oggi governa il paese. Forte del suo pacchetto di voti portati alla coalizione di centro destra, al buon Aldo in tutti questi anni è toccato un seggio nel Parlamento entrando però solo dalla porta secondaria come “supplente”, una categoria speciale che esiste in Uruguay per facilitare la partecipazione dei rappresentanti dell’interno consentendo una sorta di rotazione.

Ma come può un deputato di un paese pensare di difendere allo stesso tempo i cittadini di uno Stato estero? E se scoppiasse un conflitto tra le due nazioni? Perché, in definitiva, non scegliere di dedicarsi solo a una delle due parti senza confondere le acque, senza ambiguità? 

UN COSTRUTTORE CHE SI BATTE PPER FAR COSTRUIRE IL CONSOLATO - Accanto all’impegno nella politica uruguaiana l’Innominabile corre da tanti anni anche nella politica italiana, prima con l’UDC e poi con il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero del senatore argentino Ricardo Merlo) con cui ha scritto pagine memorabili di battaglie politiche. Martellante è stata la campagna elettorale portata avanti sul consolato di Montevideo: lui, che oltre a essere un politico è anche un potente costruttore, ha spinto fortemente per la costruzione della nuova sede nonostante le tante critiche generate in quanto si tratta di una soluzione solo apparente che non risolve certo il problema. Ma ha avuto dalla sua l' ex sottosgretario agli esteri, Ricardo Merlo che nella vita anche lui, cosa fa? Il costruttore logicamente......Questo argomento però è terreno di facile consenso dunque benvenuta la strumentalizzazione politica per colui che in ogni elezione riesce sempre a essere il più votato in Uruguay senza farsi vedere nella collettività se non al momento della ricerca del voto. 

LE PROMESSE -  Sempre le stesse, ma che fanno tanto presa su gente che aspira ad ottenere soltanto una cosa: IL PASSAPORTO... Ed ecco il nostro ergersi a paladino delle cittadinanze italiane e promette, udite, udite...

 1.- Mejorar los desastrosos servicios Consulares. Promover la asunción de personal local (ítalo uruguayos). El nuevo COMITES tendrá un espacio para denunciar la mala atención, los abusos y acortar las demoras burocráticas. 2.- Defender la ciudadanía italiana contra cualquier modificación para limitarla.3.- Concluir nuestra batalla: pasaporte sanitario (green pass) para todos los italianos en el mundo independientemente de la vacuna recibida.  4.- Continuar la lucha por los derechos de las mujeres que hoy se ven impedidas de transmitir la ciudadanía en paridad de condiciones de los hombres. 5.- Promover becas de estudio para que los jóvenes puedan capacitarse en universidades italianas.6.- Promover la asociación de empresas italianas y uruguayas pregonando la contratación de ítalo uruguayos en dichos emprendimientos.7.- Acuerdo para que la red de hospitales italianos faciliten a través de descuentos y financiación el acceso a los mismos.

¿Qué ha hecho hasta ahora el MAIU. El Movimiento Asociativo de los Italianos en Uruguay, MAIU, logró habilitar la construcción de la sede consular, un anhelo de siempre de los ítalo uruguayos, que en este momento se encuentra en construcción, con un grado de avance importante, allí atrás de la propia embajada, con frente a la calle Cardona, casi José Benito Lamas. La sede del consulado será inaugurada al público el año que viene. El líder del MAIU, Aldo Lamorte Consejero de nómina del gobierno italiano, consejero del Comites de Montevideo, integrante del Movimiento Asociativo de los Italianos en el Exterior (MAIE), el Arq. Aldo Lamorte fue, en la última elección, el candidato más votado en el Uruguay. La hoja electoral del MAIE fue la más votada de Sudamérica, obteniendo dos senadores –Ricardo Merlo y Adriano Cario – y un diputado –Mario Borghes Si alguien hay entonces que pueda contribuir a lograr un porvenir mejor para la colectividad toda es, precisamente, Aldo Lamorte. Para finalizar, el Arq. Lamorte asevera, con emoción: “Estamos muy orgullosos de nuestra herencia italiana, de nuestros abuelos y padres inmigrantes que nos legaron la cultura italiana y nos enseñaron también a querer a la patria que los recibió y les permitió desarrollar aquí a su familia.”

Promesse irrealizzabili ma che fanno tanto sperare colui il quale le sogna da sempre: passaporto, green pass, copertura sanitari gratis anche in Italia..... le solie balle politiche per conquistare voti, magari organizzando rinfreschi con bibite e tramezzini...... 

Nell’attesa di raggiungere traguardi più importanti, comunque,  il nostro politico fa il pieno di incarichi tra gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero che difende con le unghie e con i denti e che merita di essere raccontata

Nel 2015, grazie al risultato elettorale che lo premia come lista più votata, prende il controllo del Comites di Montevideo inventandosi la nomina più che sobria di “vicepresidente”. L’avventura però finisce troppo presto e nel peggiore dei modi nel 2017 dopo le dimissioni del presidente Melloni e la sfiducia delle due liste di opposizione: lui cerca in ogni modo di restare in sella inventandosi un’altra qualifica, quella di “presidente ad interim” a cui si affeziona amorevolmente. Come presidente temporaneo dovrebbe avere un solo obiettivo, quello di convocare una nuova seduta per eleggere il nuovo esecutivo ma il tempo passa e questa convocazione non arriva e si becca pure il richiamo dell’Ambasciata con cui spesso si trova in sintonia. Dopo circa due mesi le due liste di opposizione sono costrette ad autoconvocare questa benedetta seduta per votare il nuovo esecutivo e lui cosa fa? Fugge in fretta e furia dalla Casa degli Italiani (per il cui utilizzo il Comites paga un affitto), fa chiudere la segreteria del comitato e si inventa una “riunione con le associazioni” affittando la sede dell’associazione di cui fa parte lui stesso (la Federazione Lucana) infischiandosene delle altre. Il tentativo di “golpe” fallisce goffamente in una serata destinata a restare nella storia, il 16 agosto del 2017

Ma se il tentativo di “golpe” può sembrare l’ultima carta da giocare di fronte alla disperata difesa della poltrona, è niente in comparazione a quello che farà successivamente insieme ai suoi seguaci. Messe le vesti del rivoluzionario si scaglia contro il nuovo Comites colpevole di aver eletto un altro presidente senza la sua autorizzazione: “Noi non riconosciamo le nuove autorità” manda a dire insieme alla sua allegra armata Brancaleone che lo segue fedelmente nel traumatico passaggio all’opposizione. Così seguono due anni da “desaparecido” accompagnati da silenzi e misteri all’insegna di una vera e propria campagna di boicottaggio lanciata contro l’organismo in cui era stato eletto: le continue assenze ingiustificate rendono difficilissima la vita del Comites appeso al quorum per raggiungere il numero legale in ogni seduta tanto da provocare l’intervento dell’Ambasciata. Con un madornale ritardo, nel settembre del 2019, 5 consiglieri della lista vengono espulsi a causa della continue assenze ma lui -miracolosamente- mantiene il posto grazie a una fugace apparizione per poi tornare a farsi vedere stabilmente con le acque più calme quando è il momento di iniziare la campagna elettorale.

Nel periodo in cui snobba il Comites, l’innominabile continua l’arduo lavoro con il Maie che si ritrova al governo con il sottosegretario Merlo e qualcosa in cambio arriva pure per lui: nell’ottobre del 2018 viene nominato consigliere dal governo (una cosa già di per sé aberrante) all’interno del Cgie, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero visto il grande impegno dimostrato in Uruguay. Al Cgie ci aveva già provato a entrare senza successo nel 2015 sconfitto da Renato Palermo ma dove non arriva il voto democratico arriva per fortuna la nomina politica perché quando il vento gira nella direzione giusta bisogna approfittarne prima che sia troppo tardi. È davvero un lavoraccio quello del Cgie se si passa il tempo a elogiare le meravigliose opere per gli italiani all’estero portate avanti dal governo, lo stesso che ti ha concesso il privilegio della “rappresentanza” dall’alto.

La carriera politica italiana subisce però un brusco stop nel giugno del 2020 quando viene annunciato il suo allontanamento da coordinatore del Maie. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stato il parere negativo votato contro Gente d’Italia all’interno del Comites andando ben oltre ciò che stabilisce la legge su un voto che dovrebbe solo certificare se il giornale esiste oppure no.

Ma l’Innominabile insiste e denuncia al Dipartimento dell’Editoria che Gente d’Italia non esiste, non ha redazione, giornalisti….non circola nel Paese…( sbugiardato anche dall’Ambasciata…)

Dopo aver onorato alla grande il suo ruolo di consigliere del Comites, Lamorte si ripresenta alle elezioni del dicembre del 2021 con la sua lista Maiu (Movimiento Asociativo Italo Uruguayo) che fa il pieno di voti con un’affluenza ridicola. La vittoria schiacciante gli consente di tornare con più forza a prendere il controllo assoluto del Comites, cosa che adesso è molto più facile dato che con i 10 consiglieri della maggioranza può fare da solo ciò che vuole senza preoccuparsi dell’opposizione. Si fa eleggere quindi subito presidente del comitato senza mollare il Cgie nonostante ci sia una legge che dichiara incompatibile il mantenimento dei due incarichi contemporaneamente.

Uno dei primi atti da presidente è quello di punire Gente d’Italia votando negativamente al parere nonostante le chiare indicazioni della legge che attribuisce al Comites solo il compito di certificare che il quotidiano esiste.

Bisogna ricordare che lui su questo quotidiano non vuole proprio apparire come ha chiesto alla magistratura in una denuncia presentata contro il direttore Porpiglia. Ma come può il presidente di un Comites scegliere di non apparire sull’unico quotidiano italiano esistente nel paese? Se ha scelto di essere personaggio pubblico…….

A tutt’oggi, comunque non ha mai saldato il suo debito nei confronti dell’amministrazione del giornale… quindi per noi, e non solo per noi resta un bugiardo, promette di pagare e non lo fa...si' un BUGIARDO