Covid, coronavirus, ci siamo. Finalmente. Per carità, lo stato di emergenza resta, ma l’emergenza non c’è più. Il voto alla Camera (Commissione Affari sociali) sul decreto Covid, è stato chiaro.
La road map dell’atteso ritorno alla normalità è tracciata. In sintesi: revoca Green Pass, visite in ospedale, capienza stadi al 75% subito, al 100% probabilmente dal primo aprile.
E ancora: dal 10 marzo riapriranno i bar di cinema e teatri. E i nostri ragazzi? Tranquilli. Se la curva pandemica continuerà a scendere – come è ragionevolmente ipotizzabile visti gli ultimi dati incoraggianti – presto gli studenti con più di 12 anni potranno salire sugli autobus anche con il solo tampone negativo e non più con il green pass rinforzato.
Gren pass sul quale per il momento il governo non è voluto intervenire. Ma sono allo studio allentamenti soprattutto per alcune attività all’aperto. Conforta poi il calo costante dei contagi.
Aggiunge il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, uno scienziato noto per il suo rigore accademico, energico sostenitore di divieti.
“Abbiamo raggiunto il controllo della malattia adottando una serie di misure tra cui la vaccinazione e l’adozione del green pass che ha avuto il grande merito di spingere moltissima gente a vaccinarsi. Ed è indiscutibile, i casi diminuiscono grazie alla vaccinazione di massa”.
Dunque tutto bene? Nossignori. Sostiene il professore (e non è certamente il solo) che “per gli over 50 non vaccinati, l’obbligo di vaccinazione è un stata una decisione politica, ma tardiva. Andava introdotto molti mesi fa. Ora è del tutto inutile. L’impatto sulla platea degli irriducibili o scettici è nullo”.
Crisanti & C. concordano: il 90% dei decessi è costituito da persone fragili , ultra ottantenni, immuno-compromessi, coloro che assumono farmaci tumorali. Una categoria di 6-7 milioni di persone. Si confida ora nell’attenzione della Sanità pubblica e di Draghi. C’è da augurarsi che il premier trovi il tempo e soprattutto la serenità intaccata dai partiti.
I quattro scivoloni consecutivi sul Milleproroghe hanno indispettito Supermario che ha sbottato “così non si va avanti”. Molti i grattacapi, dal nodo giustizia ai temi etici (eutanasia, cannabis). Senza dimenticare il caro bollette,le trivelle, la battaglia in corso sull’election day, l’invito “a cambiare metodo“, eccetera . Argomenti che potrebbero intralciare il desiderio e la spinta verso la normalità.