Di Matteo Forciniti
La coerenza è decisamente il punto forte di alcuni consiglieri del Comites di Montevideo coinvolti nell'assurda vicenda di Gente d’Italia. Mercoledì sera l’organismo comandato da Aldo Lamorte ha votato a maggioranza (10 contro 7) un parere negativo contro questo giornale, un modo per dire che noi non esistiamo. Peccato che, come prevede la legge sull’editoria, il parere del Comites è ininfluente in quanto non vincolante perché deve solo rispondere a tre semplicissime domande al momento di decidere. Il giornale è venduto nelle edicole? I contenuti sono scritti per più del 50% in lingua italiana? Il giornale circola e viene apprezzato dalla collettività italiana del paese?
Per falsità o per ignoranza, il diktat del politico alla continua ricerca di una poltrona tra Italia e Uruguay è stato seguito da altri 9 consiglieri del Comites appartenenti alla lista Maiu: Patricia Bardini, Pascual Micucci, Antonela Conte, Mario Darino, Angelina Coronato, Eduardo Supparo, Roberto Mezzera, Maria Costanza Melloni e Silvana Goñi.
Ad eccezione della consigliere Goñi, tutte queste persone negli ultimi anni hanno sfruttato il giornale per promuovere le attività delle loro associazioni che sono sempre state pubblicate: quelli che ieri chiedevano spazio oggi voltano misteriosamente le spalle cercando di far spegnere una voce scomoda.
Figli della Toscana, Circolo Lucano, Associazione Abruzzese, Circolo Italiano della Costa de Oro, Coro Gioia, Federazione Lucana dell’Uruguay, Associazione Emiliano Romagnoli, Ancri, Società Italiana di Salto: i complici di Aldo Lamorte hanno avuto negli ultimi anni incarichi di diverso tipo all’interno di queste associazioni della collettività a cui Gente d’Italia ha sempre assicurato la massima disponibilità garantendo la massima diffusione. E perché lo abbiamo fatto? Proprio per seguire quella “linea editoriale” di vicinanza alle persone che i consiglieri del Comites hanno avuto il coraggio di criticare nell’ultima seduta, come se la libertà di informazione non valesse più niente, come se a decidere che cosa si deve scrivere dovessero essere loro.
Volendo essere ancora più chiari ci sono 5 consiglieri (Bardini, Darino, Micucci, Conte e Coronato) che hanno proprio "la faccia come...." dato che sono apparsi come rappresentanti delle loro associazioni moltissime volte tanto nelle dichiarazioni come nelle immagini. Ieri apparivano sorridenti nelle foto e nei video, adesso sostengono che quel giornale che gli ha concesso gratuitamente visibilità non esiste. Eppure, soltanto fino a poco tempo fa quando c’era da diffondere le loro attività, indovinate a chi venivano a cercare?
La più sfacciata di tutti è Patricia Bardini a cui va il premio Oscar per la migliore interpretazione. "Un'altra volta, ringrazio l’opportunità di vivere e sentire l’emozione di cercare ponti che mi ritrovano con la mia cittadinanza italiana attraverso la lingua imparata da piccola e approfondita nel corso di Periodismo e comunicazione Multimediale nel 2010”: così scriveva l’attuale segretaria del Comites nel 2015 dopo un articolo sulla storia della famiglia Sannino alla ricerca dei parenti in Uruguay.
Fa la sua bella figura anche Mario Darino che ha sfruttato la bontà di Gente d’Italia tanto per il Circolo Italiano della Costa de Oro come per il Coro Gioia. "Al via la raccolta fondi per il viaggio in Italia" veniva pubblicato nel maggio del 2019 con un articolo accompagnato da un video. Un anno dopo però le cose cambiano completamente: Darino - insieme a Lamorte, Bardini e Micucci- è addirittura recidivo dato che pure la volta scorsa aveva votato negativamente al parere del Comites anche se - per fortuna - come lista di minoranza senza incidere sul risultato.
Anche Angelina Coronato e Antonella Conte in passato si rivolgevano a Gente d’Italia quando c’era da promuovere gli eventi, rispettivamente, della Federazione Lucana e dell’Associazione Abruzzese.
Perché questi consiglieri del Comites oggi hanno cambiato improvvisamente idea nei nostri confronti? Perché nove persone sono disposte ad andare contro la realtà e farsi umiliare pubblicamente pur di eseguire gli ordini del loro capo? Cosa gli ha promesso Aldo Lamorte? Questi consiglieri capiscono la lingua italiana e cosa dice la legge sull’editoria oppure hanno solo obbedito agli ordini arrivati dall’alto? Insomma, hanno votato contro Gente d’Italia per falsità o per ignoranza? Tutte le ipotesi sono drammatiche perché mortificano il loro ruolo come rappresentanti dei cittadini.