di Stefano Casini
L'attuale crisi tra Russia e Ucraina potrebbe riguardare anche il calcio e non una partita qualsiasi, ma la finale di Champions League. Oggi, la partita decisiva è fissata per il prossimo 28 maggio a San Pietroburgo, dove si trova la sede della Gazprom, nello stadio Krestovskij.
Ma ovviamente l'invasione russa e il contraccolpo occidentale potrebbero togliere il prestigioso evento a Vladimir Putin.
Per ora, la UEFA è ufficialmente ha dichiarato: "Al momento non ci sono piani per spostare la Champions League, anche se teniamo la situazione sotto controllo", dopo alcuni appelli sui social network e sui giornali inglesi, l'ex ministro dello sport britannico Tracey Crouch, vorrebbe spostare la finale il prima possibile e punire così la Russia. Anche l'Unione europea ha minimizzato la questione, chiarendo che ci sono cose "più importanti".
Tuttavia, il primo ministro britannico Boris Johnson è stato più severo, dichiarando: "È inconcepibile che la finale del piú prestigioso evento calcistico del continente venga giocato in un Paese che ne ha invaso un altro e violato il diritto internazionale. Un'alternativa va trovata immediatamente".
Nonostante le dichiarazioni ufficiali della FIFA, secondo la principale testata inglese come il Times, la UEFA ha seriamente intenzione di trovare un'alternativa alla famosa città russa di San Pietroburgo.
Portavoci della UEFA hanno dichiarato che dovrebbe prendersi del tempo e aspettare per capire due cose. Primo: come si sta evolvendo la crisi tra i due Paesi. Secondo: vedere chi saranno le squadre vincitrici delle semifinali di coppa e poter così decidere una nuova sede per la finale, più comoda per i club e i loro tifosi.
Allora sorgerebbe un altro problema. Uno dei principali sponsor della Champions League è Gazprom, una delle più importanti multinazionali russe del pianeta, presieduta dal magnate Alexandr Malenkov e diretta da Alexei Miller. Gazprom è il più grande produttore mondiale di gas. Ma per ora non ci sono sanzioni contro il colosso energetico di Mosca.
GAZPROM è proprio l'attore principale in questo conflitto. È il più grande fornitore, se non l'unico, di gas per il continente europeo, il che significa che, il prossimo inverno, all'intera Europa potrebbe mancare di riscaldamento, il che sarebbe una tragedia. La principale fonte di energia per le case europee è il gas, quasi tutto fornito da GAZPROM.
In questo caso l'assenza della sede di San Pietroburgo per la finale di Champions League è solo un piccolo dettaglio, visto che, in più occasioni, sia l'UE che gli USA hanno dichiarato che, nel caso in cui la Russia invadesse l'Ucraina, si applicherebbero gravissime sanzioni economiche contro Putin. Proprio lo zar russo ha quell'asso nella manica, perché queste misure non potrebbero essere applicate al gas russo, perché il vecchio continente sarebbe condannato al peggior inverno del secolo scorso.
Gazprom ha anche la sua sede a San Pietroburgo nel grattacielo più alto d'Europa. Il centro di Lajta, come viene chiamato, si trova in una delle città più importanti del paese, sede del favoloso Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo e ha un'altezza di 462 m, che lo rende il più alto del Vecchio Continente.
La lotta tra Putin e il mondo continua e il nuovo zar russo dopo Pietro I e Stalin è convinto di poter riprendere la posizione dell'ex URSS a livello mondiale, con un alleato di lusso: la Cina.