Un capitolo inquietante dell'indagine contro la 'ndrangheta nel litorale laziale è quello che tocca le connivenze con il mondo della politica e le infiltrazioni nelle amministrazioni locali. Emerge infatti la “contiguità” di alcuni dei principali indagati, arrestati per associazione mafiosa, “con vari esponenti politici di Nettuno”, scrive il gip di Roma Livio Sabatini nell'ordinanza di custodia cautelare.
Anche in occasione delle elezioni comunali, del maggio 2019 a Nettuno, il cui consiglio comunale era stato sciolto nel 2005 per infiltrazioni mafiose, uno degli indagati “si era attivato per convogliare i voti” su uno dei consiglieri eletti nella lista del sindaco Alessandro Coppola, che non è indagato nell'inchiesta. Il capo dell'organizzazione, Giacomo Madaffari, “rivendicava la sua amicizia con il sindaco di Nettuno Coppola e manifestava il rischio che sarebbe disceso dall'accostamento della sua persona a quella di Coppola”, si legge nell'ordinanza che riporta un'intercettazione in cui l'indagato dice: “Ci arrestano ... e...cacciano pure Coppola”.
Analogo interessamento è emerso anche per le elezioni comunali del 2018 ad Anzio, ma anche in questo caso il sindaco non è sfiorato dall'inchiesta. Entrambi i Comuni sono guidati da sindaci della Lega. “L'Amministrazione comunale della città di Anzio è serena rispetto alla correttezza del proprio operato”, ha scritto il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, la mattina degli arresti e delle perquisizioni svolte anche negli uffici comunali. “Abbiamo collaborato ampiamente per la riuscita delle operazioni svolte, in un clima di massima disponibilità. Confidiamo nel lavoro della Magistratura, nell'assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale conferito dai cittadini”.
Intanto, il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sta valutando il caso dei Comuni di Anzio e Nettuno, sulla base delle carte dell'inchiesta coordinata dalla dda e alla luce anche di una serie di elementi emersi nel corso del monitoraggio svolto dalla prefettura sul litorale. Nei giorni scorsi ha nominato le commissioni di indagine che per i prossimi tre mesi si occuperanno di condurre accertamenti su eventuali legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata in entrambi i Comuni laziali. Nel mirino ci sono il rilascio di autorizzazioni, la preparazione di bandi di gara e l’assegnazione di appalti in settori che vanno dalla scuola alla sanità, dai rifiuti alle concessioni balneari. In sostanza, ogni commissione di accesso ai Comuni svolgerà un'analisi degli atti amministrativi per verificare se ci siano infiltrazioni. Sulla base dei risultati di queste analisi di norma si decide l'eventuale scioglimento.