Da no vax a pro-Putin, su Telegram la galassia negazionista. Disinformatia, fake news pro-Putin, contro-informazione di estrema destra.
La guerra in Ucraina aggiorna e modifica gli obiettivi di parte della galassia no vax attiva sui social network. Scoperti già quattro gruppi Telegram sui cui i Servizi hanno posto l’attenzione.
Su uno di questi canali – “Basta dittatura“, 100mila utenti – veniva mostrata la fotografia del bambino morto a Kiev come un falso, una montatura, una bufala.
“Di bambini purtroppo ne moriranno tanti – si legge – perché il regime di Kiev, pilotato dalla Nato e finanziato da Soros, non pare intenzionato a cercare una tregua. Ma ora il condizionale è d’obbligo”.
La conversione no vax lavora in funzione anti occidentale al servizio delle mire espansionistiche della Russia putiniana. E quindi, a dispetto di una copertura giornalistica e televisiva diversificata ma unanime sull’evoluzione della crisi, tutto il racconto sul conflitto sarebbe frutto di invenzione.
Finti i bunker nelle città e sui fronti più caldi , falso il suono delle sirene. Illuminanti le conclusioni sulla chat “Giù la mascherina”, un nome che è tutto un programma.
“I giornalisti sono con casco e giubbotto antiproiettile, l’abito ufficiale della ‘modalità guerra’, proprio come quando sono con le mascherine, mentre dietro i cittadini ucraini serenamente fanno la coda all’ufficio postale”. Proprio come quando… Una realtà alternativa,
Su richiesta degli utenti, Telegram ha comunque deciso di non limitare in parte o del tutto il funzionamento dei canali russi e ucraini.
Lo ha confermato il suo fondatore Pavel Durov. “Un gran numero di utenti ci ha chiesto di non prendere in considerazione la possibilità di limitare il funzionamento dei canali Telegram durante il conflitto, poiché è l’unica fonte di informazioni per loro. Alla luce di queste richieste, abbiamo deciso di non prendere in considerazione tali misure”, ha scritto Durov su Telegram.
“Tuttavia – ha avvertito – vi chiedo ancora una volta di ricontrollare e di non prendere alla lettera le informazioni che vengono pubblicate sui canali Telegram in questo periodo difficile”.
In precedenza Durov aveva affermato che l’app di messaggistica sta diventando sempre più una fonte di informazioni non verificate relative agli sviluppi in Ucraina e, in caso di escalation, va valutata la possibilità di limitare parzialmente o completamente il funzionamento dei canali russi e ucraini.