Un nuovo accorato appello quello lanciato ieri dal Pontefice che è tornato sul tema del momento: il conflitto in terra Ucraina. “Eleviamo un grido: mai più la guerra, mai più il boato delle armi”. Papa Francesco è tornato così a chiedere tramite un tweet di pregare per la pace nel Paese invaso dai russi. Il tweet, come accade da giorni, è stato rilanciato anche in russo e ucraino.
"Non smettiamo mai di pregare. Anzi, supplichiamo Dio più intensamente. Vieni, Signore, principe della pace, rendici strumenti e riflessi della tua pace”, ha poi scritto, invitando dunque la gente a unirsi in preghiera tutti insieme con la speranza che la guerra in Ucraina possa cessare quanto subito.
Intanto sono 270 i parlamentari di tutti gli schieramenti politici che hanno aderito all'appello alla preghiera e a un digiuno per la pace lanciato dal Pontefice qualche giorno fa. Deputati e senatori si sono dati appuntamento per oggi alle ore 13.30 all’interno del chiostro della chiesa di San Gregorio Nazianzeno, nel complesso della Camera dei deputati di Vicolo Valdina, a Roma. Sarà presente tra gli altri Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.
"L'appello del Papa -scrivono i parlamentari in un comunicato congiunto - è rivolto a tutti, credenti e non credenti. Per chi ha fede è un gesto di preghiera che affida al Padre di tutti la speranza di una soluzione di questa guerra. Per i laici è un atto di mobilitazione delle coscienze e dell'opinione pubblica perché le ragioni della pace prevalgano su ogni volontà di potenza”. Tra le numerose adesioni si è aggiunta oggi quella della senatrice a vita Liliana Segre.