di Matteo Forciniti
Nery Pinatto è uno dei due nuovi membri cooptati del Comites di Montevideo insieme a Jorge Castiglia. Polemico giornalista, politologo e sondaggista legato agli ambienti della destra uruguaya, Pinatto è stato nominato nell’ultima seduta del Comitato grazie ai soli voti della maggioranza in una decisione anomala presa prima ancora dell’autorizzazione dell’Ambasciata che in genere dovrebbe verificare i requisiti di ogni candidato prima della proclamazione.
Oltre ai consiglieri eletti, tra i membri del Comites possono far parte anche i cosiddetti cooptati che sono cittadini stranieri di origine italiana fino al quarto grado che non hanno potuto partecipare alle elezioni: la loro candidatura deve essere inviata dalle associazioni e deve passare poi sotto il voto della seduta che arriva, in genere, dopo l’approvazione delle autorità diplomatiche.
Se Jorge Castiglia è un suo impiegato oltre che prestanome in alcuni affari immobiliari, Nery Pinatto è un amico di lunga data per il presidente del Comites tanto da meritarsi questo incarico senza alcun merito e senza alcuna esperienza all’interno della collettività. Il motivo di questa nomina urgente è uno solo: tra un mese si svolgeranno le elezioni del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) e il presidente sta facendo di tutto per accaparrarsi l’ennesima poltrona dato che al voto partecipano i membri del Comites insieme ad alcune associazioni.
Oltre ad essere deputato supplente nel Parlamento uruguaiano grazie all’accordo tra Unión Cívica e Partido Nacional, l’ex coordinatore del Maie continua a mantenere il doppio incarico di consigliere del Cgie per nomina governativa nonostante l’incompatibilità del doppio mandato stabilita dall’articolo 5 della legge istitutiva del Cgie e il diktat dell’Ambasciata.
“Sarebbe un onore contare con la tua presenza dato che mi hai sempre dato una mano”. Così scriveva il presidente del Comites in un messaggio su Facebook all’amico Pinatto nel 2010 in occasione della sua nomina come senatore supplente. Anche la carriera del nuovo consigliere del Comites è stata caratterizzata da un forte impegno politico a destra, cosa che viene apertamente manifestata tanto nei suoi programmi radiofonici come nelle sue attività. Accanto al giornalismo però Pinatto è noto in Uruguay per le previsioni del suo istituto sondaggistico accusato di non aver mai azzeccato un risultato e di averla sparata grossa per favorire sempre una parte politica, ovvero il Partido Nacional. L’impresa MPC Consultores ha ottenuto diversi lavori per realizzare studi sull’opinione pubblica nell’interno del paese nei dipartimenti tutti guidati, guarda caso, proprio dallo stesso partito con cui Lamorte è riuscito ad accordarsi per entrare in Parlamento.
A proporre formalmente l’ingresso di Pinatto al Comites è stata l’Associazione Liguri di Salto e questa è già un’altra anomalia per una persona che è di Artigas ma vive da tempo a Montevideo. Non solo, da diversi anni tale associazione è praticamente inesistente anche se spesso si può vedere il suo logo nelle attività che organizza la Società Italiana di Salto. A controllare le due entità c’è una persona sola, un fedelissimo di Lamorte: stiamo parlando di Eduardo Supparo, attuale consigliere del Comites, incarico che aveva già ricoperto nello scorso periodo e da cui era stato espulso nel 2019 dopo due anni di continue assenze. Supparo è stato anche candidato alle ultime elezioni uruguaiane del 2019 nella lista 80 dell’Unión Cívica che ha sostenuto l’attuale presidente Luis Lacalle Pou. Perché un’associazione pressoché inattiva ritorna misteriosamente a mobilitarsi per sostenere la candidatura di un membro del Comites? E soprattutto, con quale credibilità un’associazione controllata dagli amici dell’Innominabile interviene nella vicenda dei membri cooptati votati senza aspettare il parere dell’Ambasciata?