Aiuti all'Ucraina: il premier Draghi ha incassato l'ok unanime del Parlamento (FdI compresa) all'invio di armi all'esercito di Kiev impegnato nell'impari lotta contro le forze armate russe. Nelle comunicazioni all'Aula, il premier ha evidenziato anche le contromisure per evitare uno shock energetico. “La nostra previsione – ha detto - è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altre capacità di importazione”. Tuttavia, “senza forniture dalla Russia, la situazione forse anche nel prossimo futuro più immediato rischia di essere più complicata”, ha aggiunto Draghi, confermando che “il governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana da Mosca”.
“L'aggravarsi della crisi “potrebbe mettere a repentaglio la realizzazione di alcuni obiettivi inseriti nel Pnrr”, ha aggiunto, dal canto suo, il ministro dello Sviluppo Giorgetti, all’unisono con il premier. Dopo palazzo Madama, nel pomeriggio Draghi ha tenuto lo stesso discorso anche a Montecitorio. In entrambi i casi il suo intervento è stato accolto dagli applausi con l’ex “numero uno” della Bce che ha sottolineato come "l'Italia non si volti dall'altra parte". E che "è venuto il momento di fare i conti con la storia".
Tra i primi impegni della risoluzione bipartisan sulle comunicazioni del premier spicca quella di esigere dalla Russia l'immediato stop delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari "che illegittimamente occupano il suolo ucraino"; e poi: "assicurare sostegno e solidarietà all'Ucraina attivando" al più presto ogni azione per "fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica” e infine, informando il Parlamento e coordinandosi con gli altri Paesi Ue e gli alleati, a cedere "apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa”.