Gente d'Italia

Bomrad:”Gli interessi di partiti e movimenti nati in America Latina non sono allineati con quelli degli italiani all’estero”

Marcelo Bomrad

DI ANNA SEVERI

BUENOS AIRES - L’ing. Marcelo Bomrad è il coordinatore nazionale in Argentina della Lega nel Mondo, il partito, che in soli sei mesi di lavoro, è diventato il secondo per quantità di voti in Argentina. 

Cosa pensa del sistema politico degli italiani all’estero? 

La Lega considera che siano imprescindibili delle modifiche di fondo in questo sistema. Nella politica italiana all’estero ci sono due tipi di partiti, quelli fondati in Italia e quelli nati all’estero, che sono quasi esclusivamente argentini. Questi ultimi partiti hanno sempre avuto molto successo nella circoscrizione America Latina, pensi al MAIE, che vince le elezioni dal 2008 e poi all’USEI che ha ottenuto un parlamentare nel 2013. 

Abbiamo osservato peró che gli interessi dei rappresentanti di questi partiti non sono allineati con quelli degli italiani. Crediamo addirittura che siano contrapposti, soprattutto dal punto di vista fiscale. Il 99% dei loro elettori, infatti, non paga tasse e imposte in Italia ma i parlamentari eletti da loro incidono nella politica italiana e, votando per esempio il bilancio dello Stato, decidono in che modo gli italiani devono spendere i loro soldi.

Per di più, i partiti locali non possono risolvere le due preoccupazioni principali degli italiani all’estero, cioè migliorare il servizio consolare e conservare lo Ius Sanguinis. Non possono migliorare il servizio consolare perché in una democrazia parlamentare, due o tre parlamentari su 945 non marcano la differenza, per lo stesso motivo, ancor di meno possono influire sulla legge di cittadinanza. Per dirlo in termini chimici i partiti locali sono pH7.

Invece, la Lega in particolare ed il CDX (centro destra) in generale, sono gli unici che possono effettivamente migliorare il servizio consolare, mediante la creazione del Ministero per gli Italiani nel Mondo, inoltre non c’è bisogno di ribadire che siamo i principali difensori dello Ius Sanguinis.

Cosa succede se un italiano d’Argentina vota un rappresentante di un partito fondato in Italia e cosa succede se vota un rappresentante di un partito fondato in Argentina? 

 Se i parlamentari eletti all’estero appartengono ad un partito nato in Italia seguono le indicazioni degli schieramenti di appartenenza, che hanno il polso della situazione, conoscono la realtà e i problemi del paese e i loro interessi dovrebbero essere in linea con quelli degli italiani, se invece i parlamentari appartengono a un partito nato in Argentina tanto per iniziare non conoscono il Sistema Italia e poi non hanno nessun incentivo per risolvere i problemi della popolazione peninsulare.

È successo?

Sì, all’epoca del referendum per il taglio dei parlamentari. Mentre i partiti italiani dicevano di votare sì, i partiti nati in Argentina dicevano di votare no. Ovvio i parlamentari sono pagati dagli italiani residenti in Italia e non da quelli all’estero. Si immagini cosa gli avrebbe detto un ristoratore italiano, che ha perduto tutto per la pandemia, o a un pensionato italiano con la minima se fossero andati a dirgli di votare no al taglio dei parlamentari. Non c’è come dicevo identificazione di interessi, di fini tra questi parlamentari e gli italiani. C’è un concetto basilare di responsabilità fiscale che in poche parole è così: chi spende deve avere la responsabilità di raccogliere i soldi. Il MAIE, per esempio non ha responsabilità fiscale, non voleva che si tagliasse il numero dei parlamentari, ma non li pagava lui. È facile fare politica se non si rispetta il principio di responsabilità fiscale. Gli italiani hanno votato sì in forma quasi massiccia e non si poteva dirgli di scegliere no perché non possiamo decidere per loro.
In quella occasione c’è stata una divergenza molto ampia tra questi parlamentari e gli italiani. La Lega ha detto di votare sì e per noi 4 senatori e otto deputati vanno benissimo.

Non si risolve tutto con soldi e con incarichi finanziati dai contribuenti italiani. Il Sen. Merlo, grazie all’appoggio proprio della Lega, è stato sottosegretario agli Esteri, con funzioni di viceministro, ma durante la sua gestione il servizio consolare non è migliorato sostanzialmente.

Volevamo dei risultati positivi che non sono arrivati, speravamo che ci aiutasse a migliorare il servizio dei consolati ed è andata male. Ora lotteremo affinché questi 4 senatori e gli 8 deputati appartengano a partiti italiani e deliberino con responsabilità secondo le necessità italiane. 

La Lega in particolare e il CDX in generale, il PD e Italia Viva desiderano che non si scelgano più rappresentanti di partiti non veramente italiani, ma candidati dei grandi partiti italiani, persone preparate che conoscano molto bene il funzionamento del sistema italiano compreso quello degli affari e delle camere italiane di commercio. Finalmente i partiti italiani stanno arrivando in Argentina, meglio tardi che mai, e francamente dovrebbero fare un mea culpa per non essersi interessati prima di noi. 

Come va l’esperienza della Lega nel Comites?

Bene, nel Comites sono entrate per la Lega ed altri partiti italiani tradizionali, persone molto capaci e sono soddisfatto del loro lavoro, ma ovviamente dobbiamo rompere un’inerzia che viene da anni con dirigenti incollati alla poltrona che faranno l’impossibile per rimanere nel potere. Il caso più patetico è avvenuto a Mendoza, dove il regime attuale targato MAIE antidemocraticamente ed illegalmente ha proibito la presentazione della lista Lega Mendoza. Una vera roba da regime!!!

Lei è incaricato delle Relazioni Nazionali ed Internazionali dello Sportivo Italiano, potrebbe dirci quali saranno le prossime manifestazioni di questo club? 

Abbiamo stretto da poco un convegno con il Club Hellas di Verona e ci impegniamo per rinvigorire, rivitalizzare lo Sportivo, inserirlo nuovamente nella collettività italiana e portarlo in Serie A (Primera division) con sponsor d’altissimo livello come Lepetit e Algorand. Per rilanciarlo e mostrare che è una delle associazioni più importanti del paese stiamo organizzando con la Coppa Italia “el Dia de la Confraternidad”, che si realizzerà nel nostro stadio “Republica de Italia”.

La gente non sa che lo Sportivo Italiano è un’associazione?

No, non lo percepisce come un’associazione nonostante il suo nome sia Associazione del Calcio Italiano, abbia un passato illustre, uno stadio, sia affiliato all’ AFA (Asociacion del Futbol Argentino), abbia giocato in tornei internazionali e se non mi sbaglio dovrebbe essere l’associazione con più associati dell’Argentina. A riprova di questo c’è il fatto che presto ci sarà un’assemblea dei delegati delle associazioni italiane di tutta la Repubblica Argentina per scegliere i rappresentanti della collettività italiana nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e lo Sportivo Italiano non potrà votare. Probabilmente voteranno i delegati di associazioni composte da quattro gatti, create ad hoc per votare in questa assemblea approfittando del sistema. La delegazione argentina nel CGIE è la più numerosa, è quella che ha più membri, che però non presentano progetti e per noi sarebbe importante poter votare.

Ci pare che stiate cambiando questa percezione.

Sicuramente, l’associazione non era nemmeno iscritta alla Camera Italiana di Commercio, ce l’ho fatto entrare io pagando personalmente la quota associativa, il suo principale sponsor è il Laboratorio Lepetit, socio della Camera, ed ora la sponsorizza anche Algorand, un’impresa di blockchain, fondata a Boston da Silvio Micali, professore del Massachusetts Institute of Technologyl’unico italiano che ha vinto il Premio Turing considerato il Nobel della informatica. Algorand si è associata alla Camera Italiana di Commercio dell’Argentina e appoggia lo Sportivo Italiano.

Lo Sportivo Italiano e la Camera di Commercio Italiana in Argentina sembrano legati.

In effetti ci proponiamo di risvegliare la collettività italiana mettendone in sinergia i pilastri basilari. Le associazioni per statuto devono essere apolitiche e non vogliamo assolutamente politicizzarle desideriamo solo che lavorino al meglio delle loro possibilità in modo da generare un sentimento di orgoglio di appartenenza.

Lei probabilmente si presenterà alle prossime elezioni politiche, che vantaggio ne ricava?

La mia più grande soddisfazione è poter contribuire con il mio impegno al benessere del paese che generosamente mi ha conferito il gran onore della cittadinanza. Per questo, andavo a votare in Italia, ben prima che nel 2006 riconoscessero il diritto di voto agli italiani all’estero. La mia prima tessera elettorale è del 2001 e già da allora mi sono iscritto alla Lega, senza esserne mai candidato. Le candidature sono facoltà esclusiva del Segretario Federale ma se lui considera che serva una candidatura, lo farò con piacere. Comunque sono già contento di poter contribuire a ripristinare la collettività indipendentemente dalle candidature. Considero che sia sempre più gradevole dare alla collettività che estrarre dalla stessa.

Come si potrebbe organizzare meglio il Sistema Italia nel mondo?

Lo slogan della Lega è: rivoluzione del buon senso. Usando il buon senso credo che bisognerebbe unire e coordinare sotto un ministero ad-hoc, il Ministero per gli Italiani nel Mondo, le due colonne dell’italianità all’estero: quello della rappresentazione delle collettività che si esprime nei Comites, che dipende dal MAECI, e il Sistema delle Camere italiane di Commercio all’estero, che dipende dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ce ne sono più di 80 in tutto il mondo. Bisognerebbe unificarli, creare una sinergia tra loro per far rendere il massimo possibile il denaro che l’Italia gli destina. 

Anna Severi

Exit mobile version