di Matteo Forciniti
Sono oltre 680mila i bambini che tra ieri e oggi stanno tornando in classe per l’inizio di un nuovo anno scolastico in Uruguay. In questo terzo anno caratterizzato dalla pandemia, il contesto è molto diverso rispetto al passato e i protocolli sono diventati più flessibili alla luce di una situazione sanitaria molto più tranquilla dopo l’ondata di contagi record caratterizzata dalla variante Omicron ormai esaurita. Tra le novità più importanti annunciate da Anep (Administración Nacional de Educación Pública) c’è innanzitutto la mascherina, il cui utilizzo per gli alunni non è più obbligatorio ma solo raccomandato. L’obbligo della protezione facciale si mantiene invece per i docenti e per gli adulti che entrano nei centri educativi.
Un’altra importante novità riguarda la condizione per stabilire la quarantena di un’intera classe che è stato alleggerita anche in questo caso: di fronte a due o più casi positivi legati tra loro -che si considera un focolaio- l’intera classe dovrà isolarsi per cinque giorni senza alcuna distinzione tra vaccinati e non. Tale richiesta era stata oggetto di scontro tra le autorità sanitarie ed educative, con queste ultime che hanno avuto la meglio in quanto la condizione imprescindibile dell’avvio della vaccinazione tra i bambini, per i pediatri, era evitare qualsiasi discriminazione in base allo status vaccinale. Dopo la quarantena si potrà tornare quindi in classe a partire dal sesto giorno dell’ultima esposizione al virus, sempre e quando si tratti di asintomatici. Non è richiesto, inoltre, il tampone per i bambini. Questa misura resterà in vigore fino alla Settimana Santa di Pasqua, ovvero fino al 9 aprile quando verrà rianalizzata la situazione. Questo alleggerimento delle restrizioni permetterà anche il ritorno delle uscite e delle attività extrascolastiche che in alcuni casi erano state sospese.
“In presenza al 100%” ha assicurato Robert Silva, presidente del Codicen (Consejo Directivo Central) riferendosi al ritorno in classe dei 2790 istituti pubblici in tutto il paese con l’obiettivo di evitare il più possibile la didattica on line. Silva ha sottolineato anche la “buona situazione delle infrastrutture” a seguito di “un forte investimento dettato dalle necessità”.