Putin
Vladimir Putin (foto: Depositphotos)

Il governo russo ha approvato un elenco di "Paesi ostili", per aver applicato o per essersi uniti alla linea delle sanzioni contro Mosca. Nella black-list c’è anche l'Italia in quanto Paese europeo. Lo ha riferito la Tass spiegando che la lista comprende, tra gli altri, anche Usa, Gran Bretagna, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera, San Marino, Singapore, Taiwan, Montenegro oltre che ovviamente la stessa Ucraina. Insieme alle conseguenze di tipo politico-diplomatico, l’essere stati dichiarati “ostili” comporterà anche pesanti ricadute di tipo finanziario che riguarderanno innanzitutto gli investitori in debito russo.

Nel documento approvato dal Cremlino si legge infatti che “i creditori stranieri che rientrano nell’elenco dei Paesi ostili” potranno essere pagati “in rubli”. Il che significherà essere saldati con una moneta fortemente svalutata e che continua a perdere valore in questi complicati giorni di guerra. In ogni caso si tratta di un passaggio per così dire formale, che poco incide sull’andamento del conflitto.

Nel frattempo ieri il premier Mario Draghi è volato a Bruxelles per un confronto con Ursula von der Leyen. Al centro dei colloqui, la questione energetica e la dipendenza dalla Russia su questo fronte, ma non solo. Sull’Ucraina il presidente del Consiglio ha dichiarato che “fa parte della famiglia europea” e che “l’Italia intende sostenerla”, mentre sui profughi ha ribadito che Roma è pronta ad appoggiare “pienamente l’Unione europea anche nella gestione della crisi migratoria”.

“Questo è il momento della solidarietà e dell’accoglienza, valori fondanti dell’Unione e principi che l’Italia mette in pratica da anni” ha rimarcato l’ex “numero uno” della Bce. “Il Cremlino sta cercando di piegare la resistenza e insediare a Kiev un governo amico” ha aggiunto ancora Draghi, esortando la presidente della Commissione Ue a comminare ulteriori sanzioni a Mosca. Una strada che potrebbe “essere giustificata" ha replicato la diretta interessata. “Sono stati già approntati tre pacchetti di sanzioni pesanti, ma ora dobbiamo assicurarci che non ci siano scappatoie e che il loro effetto sia massimizzato" ha concluso la von der Leyen.