Egregio Direttore
È allo studio del Governo una Riforma delle Pensioni da attuare entro la fine dell’anno che interesserà ovviamente anche tutti i cittadini italiani che risiedono all’estero e per i quali si sta avvicinando l’età della pensione (possibilmente in convenzione internazionale).
Lo si evince dalla Direttiva n. 28/2022 emanata in questi giorni dal Ministero del Lavoro che tra i suoi obiettivi annovera la Riforma delle Pensioni pensata per raggiungere un sistema previdenziale basato sulla flessibilità e sulla equità.
Nella Direttiva, dopo aver individuato le linee di azione strategiche e operative per l’anno 2022 che vanno dalla riforma degli ammortizzatori sociali al sistema delle politiche attive del lavoro, dalla sicurezza sul lavoro alle nuove tipologie contrattuali, dalle politiche industriali al contrasto alla povertà, etc., il Governo si sofferma sulla necessità di rafforzare le politiche previdenziali al fine di consentirne una configurazione più equa ed omogenea ma soprattutto di valutare le possibili forme di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro (sulla scorta delle sperimentazioni introdotte negli anni scorsi con le cosiddette “Quote 102 e poi 100”).
Ciò potrebbe significare interventi sul sistema pensionistico con nuove formule di flessibilità in uscita. Di questi nuovi strumenti per la pensione anticipata alternativi a quelli ordinari (Legge Fornero) potrebbero ovviamente beneficiarne anche coloro i quali utilizzeranno il meccanismo del pensionamento in regime di convenzione e cioè i nostri connazionali residenti all’estero.
Nella Direttiva non ci sono illustrazioni dettagliate dei piani di riforma del Governo ma sembra chiaro che entro fine anno si dovranno trovare soluzioni (eque e flessibile) che consentano di andare in pensione di vecchiaia prima degli attuali 67 anni anche se con un ricalcolo contributivo (non va dimenticato che le parti sociali da tempo chiedono al Governo il superamento delle rigidità attuali presenti nel sistema).
Il Governo sembra infatti orientato verso l’opzione per tutti di uscita anticipata, anche fino a tre anni, ma con ricalcolo contributivo o decurtazione sull’assegno per ogni anno di anticipo.
Infine desta interesse il riferimento nella Direttiva alla necessità di vigilare sulla corretta applicazione della normativa vigente a livello internazionale: se il riferimento è alla “vetustà” delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e alla necessità di aggiornarle (sarebbe ora!), che ben venga. Capiremo meglio nelle prossime settimane quando sarà convocato un “tavolo politico”.
Angela Schirò (deputata PD - Rip. Europa) - Fabio Porta (senatore PD - Rip. America Meridionale)