di Alessandro Camilli
Guerra ucraina, quella contro i russi invasori, contro una forza militare decisamente soverchiante. Non proprio e non esattamente Stalingrado, ma fare della battaglia di Kiev qualcosa in cui l’armata russa si dissangua. Non sarà possibile per gli ucraini riprendersi la città dopo averla persa ma fare di Kiev il luogo dove a ogni angolo, strada, finestra, cantina, tetto e sotterraneo c’è chi a un soldato russo spara e dove un soldato russo muore questo è possibile e questo è quello che gli ucraini preparano. Letteralmente, perché questa degli ucraini è una guerra che si combatte e si misura anche sul numero di bare di soldati che l’Armata russa dovrà inviare alle madri russe. Dissanguare l’Armata in uomini e mezzi. A Kiev soprattutto ma in ogni città ucraina dove sia appena possibile.
È l’opzione strategica degli ucraini. L’unica. Contro la quale i russi probabilmente adotteranno la contro misura detta Grozny-Aleppo: il bombardamento a spianare. Ma poi, tra le macerie dello spianato, dovranno pur entrare. A dissanguarsi si vedrà quanto. Di fatto già c’è una Ucraina occupata dai russi e una Ucraina libera da forze di occupazione. Le dimensioni e i confini dell’una e dell’altra saranno segnati dalle battaglie dei prossimi giorni e settimane. Alla fine resterà una zona, qualche zona, forse anche piccola se non minima, dove il controllo del territorio sarà della resistenza ucraina. E lì comincerà il secondo dissanguamento dell’Armata russa. Prendere militarmente un paese è relativamente facile per chi ha esercito potente. Controllarlo dopo averlo preso è già un’impresa, spesso fallita anche da grandi potenze. Tenerlo a lungo il paese occupato è quasi sempre fuori dalla portata e dalla potenza del paese occupante.
Le armi che l’Occidente invia e invierà al governo ucraino oggi e alla resistenza ucraina domani non sono per battere l’Armata russa in campali battaglie qui e ora. Sono invece le lame che attraverso innumerevoli piccoli tagli la dissangueranno l’Armata occupante. Sottoposta alla tortura della guerriglia in Ucraina la Russia di Putin sarà tentata di impedire che la resistenza ucraina abbia armi, basi, rifornimenti. Ma la logistica della resistenza ucraina sarà in territorio Nato. E qui Mosca dovrà scegliere tra una guerra lunga e dissanguante o lo smontaggio del suo postulato strategico: l’Occidente che non combatte. Imporre ai russi una guerra lunga, una guerra contro la resistenza e la guerriglia alimentate e sostenute tanto dal popolo ucraino quanto dall’Occidente. È questa la carta strategica a lungo termine degli ucraini.
Una guerra lunga nel tempo i russi possono perderla. Una guerra lunga che però, per forza di cose, viaggerebbe sempre sul filo della guerra mondiale. Per non perdere la lunga guerra d’Ucraina i russi, il regime di Mosca attaccherebbe la logistica occidentale che aiuta la resistenza ucraina? Se lo facesse, non fosse altro che per sfinita disperazione, annullerebbe ogni vantaggio strategico che oggi ha la Russia. Se lo facesse costringerebbe perfino il renitente Occidente a combattere. Sarebbe la guerra d’Europa tutta e forse non solo d’Europa. Guerra che la Russia perderebbe. Insieme a tutto il mondo ma più di ogni altra parte del mondo.