Gente d'Italia

“Madre Cabrini: l’Angelo dei migranti nelle opere di Meo Carbone”, ieri alla Camera dei Deputati  

 

 
 
ROMA – Si è tenuta alla Camera dei Deputati l’incontro indetto dalla deputata, eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale, Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI) per ricordare la figura di Madre Francesca Cabrini: l’Angelo dei migranti raccontato nelle opere di Meo Carbone. Come ha ricordato il moderatore Gianni Lattanzio, la santa visse a cavallo tra fine dell’800 e gli inizi del ‘900; è stato altresì rievocato l’intreccio tra la vita della santa e la sua permanenza negli Stati uniti. La deputata Nissoli ha inteso celebrare l’8 marzo con la figura eroica di Madre Cabrini. “Lo facciamo pensando alle donne che hanno attraversato l’Oceano e oggi in particolare a tutte le donne ucraine”, ha spiegato Nissoli con un pensiero alla guerra in Ucraina sottolineando come Madre Cabrini abbia avuto empatia verso il prossimo e svolto un ruolo cruciale per gli emigrati italiani negli USA. “E’ una Madre che ha costruito un ponte di solidarietà tra le due sponde dell’Oceano”, ha evidenziato Nissoli che ha scritto la prefazione del catalogo delle opere dedicate alla santa.  “E’ una donna che ha lasciato trasparire fin da ragazza l’amore per Dio”, ha spiegato Lattanzio rievocando una vocazione missionaria che porta ad abbracciare tante persone oltre la semplice materialità. I percorsi missionari di Madre Cabrini si sono sviluppati in Europa così come in America. Suor Stella Maris Elena (Missionarie Sacro Cuore di Gesù) ha sottolineato come non ci sia giorno più propizio dell’8 marzo per parlare di Madre Cabrini: una donna che ha lasciato una traccia indelebile in quanti l’hanno conosciuta. Francesca Cabrini, nata in un modello ottocentesco di donna, se ne discosta e raggiunge la propria emancipazione. L’ambiente missionario era fino a quel momento riservato quasi esclusivamente agli uomini. Madre Cabrini riuscì a plasmare della sua idea missionaria quante la seguirono nel percorso di evangelizzazione. Per lei non contava la quantità delle missionarie nel suo istituto quanto la spiritualità. Don Marco Bottoni (Direttore Migrantes Lodi) ha parlato dello sguardo della santa ben più ampio delle distanze dell’Oceano. “Madre Cabrini era moderna e ha guardato con simpatia alle novità del suo tempo”, ha commentato Bottoni sottolineando come proprio in questi giorni la provincia di Lodi abbia ricevuto i primi profughi ucraini. Il professore e storico dell’emigrazione Dominic Candeloro ha ricordato il grande impatto di Madre Cabrini sulla società evidenziando come il contributo della Santa sia paragonabile a quello di un grande Nobel. La professoressa e sociologa Lina Lo Giudice Sergi ha posto in rilievo il pensiero missionario rivolto all’emigrazione come un qualcosa di attuale: quei migranti che ora arrivano ai nostri porti e aeroporti. “Nelle opere di Carbone si vede il volto della santa che si identifica con quello dei migranti”, ha commentato Sergi. Fabio Capocaccia (Presidente CISEI) ha ricordato come nell’archivio che gestisce il proprio ente siano conservati i nomi di diversi milioni di emigrati italiani. Nel suo viaggio Madre Cabrini aveva scritto anche delle memorie: ha fatto tante traversate transoceaniche quanto gli anni della sua vita. Tenete conto quanti giorni fossero necessari all’epoca per fare questi viaggi”, ha commentato Capocaccia ricordando la mostra nel 2017 fatta a Genova e dedicata alla santa, quale una delle prime mostre in Italia. Il professore e storico dell’arte Claudio Crescentini ha ricordato come l’attività artistica di Meo Carbone vada ormai avanti da mezzo secolo. Nel 1975 Carbone espone della decima quadriennale di Roma inaugurando un linguaggio nuovo e un lavoro fatto sul colore che non è pop-art ma è un colore forte. Sull’opera della santa si è quindi sviluppata una narrazione con un linguaggio reale: non bisogna dimenticare che Madre Cabrini operò in un’epoca in cui gli emigrati italiani erano discriminati. Il giornalista e scrittore Goffredo Palmerini ha rievocato lo spessore di Madre Cabrini nel dimostrare la capacità delle donne in una forma ante litteram e in una società ancora chiusa rispetto al ruolo femminile. “Ha inoltre difeso le qualità delle persone italiane e la loro valorizzazione nel mondo e con essa la valorizzazione della cultura italiana stessa”, ha spiegato Palmerini. Meo Carbone ha infine dichiarato che è stata in qualche modo Madre Cabrini ad averlo scelto per la sua arte
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