"La crisi umanitaria” in Ucraina “è senza precedenti dal dopoguerra. Per farvi fronte l'Ue ha applicato, per la prima volta dal 2001, la direttiva sulla protezione temporanea. Un fatto, questo, che testimonia la compattezza dell'Europa. Un'unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e che ci vede in prima linea". Lo ha detto, ieri, il premier Mario Draghi rispondendo al question time alla Camera. Sulla questione profughi, che ha toccato molto da vicino anche il nostro Paese “finora sono arrivati in Italia 23.872 cittadini ucraini, di cui oltre il 90% sono donne e bambini", ha sottolineato il presidente del Consiglio (il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha detto che l’Italia è pronta ad accogliere "decine di migliaia o qualche centinaia di migliaia di persone”).
A costoro, ha riferito ancora il capo dell’esecutivo, "viene concessa assistenza sanitaria, sociale, psicologica, orientamento legale e corsi di lingua italiana. Nei centri di prima accoglienza sono previsti inoltre servizi finalizzati all'integrazione e alla formazione professionale” mentre, per quanto concerne il fronte Covid, i rifugiati “o fanno il tampone ogni 48 ore oppure accettano di vaccinarsi". Nei confronti di quanti sono stati accolti: "Accoglienza, fratellanza, solidarietà sono dimostrate" dalle misure messe in campo dal governo, ha rimarcato l’inquilino di Palazzo Chigi.
"Devo anche aggiungere che, secondo me, molto di più sarà necessario, perché la reazione non è una reazione di giorni, non è una reazione forse di mesi, forse è una cosa ben più lunga" ha spiegato Draghi. Per quanto concerne, invece, le misure economiche messe in campo contro la Russia, per l’ex numero uno della Bce, "l''impegno sanzionatorio deve essere idealmente uguale all'aiuto alle famiglie e imprese”.
“Tra l'altro le sanzioni non dureranno poco e quindi per durare devono essere sostenibili” ha argomentato. “Noi non abbiamo intenzione di derogare dal regime di sanzioni, ma dobbiamo fare di tutto per renderle sostenibili al nostro interno" ha precisato. E poi: “La forza di un Paese e di una democrazia si misura con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell'amicizia fra i popoli", ha concluso.