Tra “Lavali col fuoco”, che ebbe in risposta “Giulietta è una zoccola”, e le coordinate per bombardare Napoli, il contenuto dello striscione esposto ieri a Verona, corre una differenza sostanziale che non può essere trascurata neppure dal più demente dei tifosi: è il senso del limite, di un limite che non può essere oltrepassato. Mai. Perché non si tratta più di tifo, di sfottò, ma di estremismo. E l’estremismo non genera la risata, anche la più idiota. Se poi aggiungo che si tratta di estremismo idiota non pensate che io voglia fornire attenuanti tipo “infermità mentale”, come vorrebbe il giurista, o accolga il suggerimento di certi maestri dei social che ricorrono al paradosso o alla satira per giustificare gli eccessi. No. Trovo invece imbarazzante per i veronesi “normali” il confronto con lo humour partenopeo ormai diventato leggenda. Gli ultrà del Bentegodi continuano a sparare idiozie e nessuno di loro, in decennali battibecchi, ha mai pensato a difendere Giulietta. La poverina è rimasta una zoccola e come tale è stata arruolata. E con Romeo, come la mettiamo?