di Matteo Forciniti
È passata una settimana dall'avvio dell'anno scolastico in Uruguay ma i corsi di italiano restano ancora un mistero. Nessuno sa niente, nessuno risponde. Tanto da parte dell'ente gestore -il Casiu (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay)- come da parte dell'Ambasciata regna il massimo silenzio. Nessuno è in grado di rispondere a una semplice domanda: quest'anno i corsi si svolgeranno oppure no? Chi li organizzerà e in che modalità?
Fino ad oggi, ricordiamo, questi corsi sono stati finanziati dal governo italiano e sono stati organizzati dal Casiu con la collaborazione dell'Ambasciata e dell'Anep (Administración Nacional de Educación Pública). L'insegnamento della lingua italiana in Uruguay è stabilito da una convenzione tra i due paesi che risale al 2003 e viene rinnovata ogni anno: l'accordo con le autorità uruguaiane prevede solo un'ora e mezza di insegnamento a settimana -diviso in due lezioni di 45 minuti ciascuna- destinato ad alcune scuole elementari nel quinto e sesto anno.
Gente d'Italia ha provato a contattare via mail il dirigente scolastico dell'Ambasciata Antonella Agostinis ma non ha ricevuto alcuna risposta. Non ha espresso nulla di concreto neanche il vicepresidente del Casiu Mario Coppetti intervistato: "Ho chiesto una riunione urgente ai membri del Maiu per informare e vedere se è possibile fare pressioni al governo italiano affinché si risolvi la situazione. Al momento questa è l'unica cosa che posso dire, da parte nostra c'è l'impegno a far continuare il lavoro del Casiu". Copetti, che è stato anche candidato all'interno della lista Maiu (Movimiento Asociativo Italo Uruguayo) per le elezioni del Comites, confonde come spesso capita gli incarichi istituzionali con le liste di partito e precisa: "Sappiamo bene che a volte le pressioni possono avere un peso maggiore grazie alla politica".
Lascia uno spiraglio più aperto invece il dipartimento di seconde lingue dell'Anep, l'unico attore in causa che comunica almeno qualcosa di più concreto: "Sicuramente quest'anno i corsi si svolgeranno ma non sappiamo ancora dire con certezza quando potranno partire perché non dipende da noi. Manca l'autorizzazione finale da parte delle autorità italiane, è un problema burocratico che crediamo si possa risolvere presto".
Forte è il sospetto che il "problema burocratico" ipotizzato dall'Anep possa essere la discussa circolare del Ministero degli Esteri che ha imposto nuovi requisiti agli enti gestori dei corsi per poter accedere ai finanziamenti. Questa circolare approvata nel luglio del 2020 prevede, tra le altre cose, l'obbligo di presentare un progetto cofinanziato almeno al 20% con risorse proprie. Tali condizioni però il Casiu non le ha mai potute soddisfare perché non è stato mai in grado di riuscire ad ottenere autofinanziati consistenti: il progetto che era stato presentato per il 2021 arrivava solo al 3,5% di risorse autofinanziate, cifra molto lontana dal 20% auspicato. Tale irregolarità era stata tollerata dal Ministero almeno nel primo anno dell'applicazione della nuova norma.
E adesso cosa succederà? I corsi resteranno al Casiu oppure passeranno al nuovo Centro Culturale Dante Alighieri dell'Uruguay fondato lo scorso anno? Il mistero continua.